Scuola

La dirigente di Uboldo e Origgio va in pensione

«Lascio la scuola dopo oltre 42 anni di servizio».

La dirigente di Uboldo e Origgio va in pensione
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Dopo 13 anni alla guida dell’istituto comprensivo Manzoni la dirigente scolastica Clara Mondin dal 1 settembre andrà in pensione. Una carriera lunga iniziata quando aveva soltanto 17 anni con il primo incarico in Svizzera per insegnare ai figli dell’immigrati. E da allora non si è più fermata ma è sempre andata avanti con la determinazione e la grande passione che hanno sempre contraddistinto questi oltre 42 anni di lavoro, al servizio della scuola, ma soprattutto di tutti i suoi studenti.

La dirigente dal primo settembre sarà in pensione

«Quello che stiamo attraversando è stato un anno molto impegnativo che ci ha costretti a reinventarci, ma che al tempo steso ci ha anche insegnato a fare comunità - ha detto - E questo è un valore che spero che anche i ragazzi non dimenticheranno quando potranno tornare in classe. Perché è in questa direzione che si sta lavorando per rivederci tutti a settembre, finalmente a scuola».

Sono stati mesi complicati

Dal 1 di settembre quindi la dirigente sarà in pensione e non nasconde un velo di malinconia per un anno non concluso e per quei saluti non scambiati, almeno per ora.
«Lascio il mondo della scuola con quel non detto di questi ultimi mesi, con le distanze che inevitabilmente hanno provocato delle ferie - spiega - Per cui vado in pensione con un senso di qualcosa di incompiuto. Nel corso della mia carriera ho attraversato tutto, momento difficili, ma questo periodo ha cambiato radicalmente e profondamene il modo di fare scuola. Ho iniziato a lavorare subito dopo il diploma che ho preso a 17 anni. Il mio primo incarico fu in Svizzera, in un’epoca in cui la parola integrazione non era concepita. Per due anni ho insegnato ai figli dei migranti e io stessa sono stata considerata diversa. Mi sono trovata poco più che ragazzina da sola in un paese estero che non si dimostrava “amico” verso chi arrivava dall’Italia. Ma è stata un’esperienza che mi ha formato e mi ha permesso di crescere sia sul piano umano sia su quello professionale. A quell’età ho imparato cosa l’importanza della flessibilità, quei due anni mi hanno cambiato la vita. Ero da sola e dovevo essere credibile perché il mio lavoro fosse apprezzato. I legami che ho costruito in quei due anni sono cresciuti e si sono rafforzati con il passare del tempo. Devo tanto della mia carriera a quel periodo».

Occasione per ripartire

Per Clara Mondin questo momento storico può rappresentare anche un’occasione per ripartire. Ma insieme, scuola e famiglie.
«Ora si deve ricostruire dall’essenziale e dalle cose fondamentali - prosegue - Questa emergenza può insegnarci tanto. Ora siamo al lavoro per capire come muoverci. Ho sei scuole su due comuni e in questi giorni abbiamo fatto un’analisi dei bisogni sia per quanto riguarda la necessità di mantenere le distanze sia per gli spazi. Dovremmo farcela, stiamo aspettando indicazioni per poter poi essere operativi. Ci troviamo nella regione più colpita e di conseguenza più prudente. Noi vogliamo ripartire e riaccoglieremo i nostri ragazzi a scuola. Non me ne andrò senza salutarli, ci sarà sicuramente l’occasione per rivederli e salutare la comunità che mi ha accolto in questi anni».

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