Fagnano Olona

Industrial park in brughiera: una nuova battaglia è alle porte

Il colosso Zust-Ambrosetti Spa sta acquisendo terreni agricoli per 290mila metri quadri

Industrial park in brughiera: una nuova battaglia è alle porte
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Industrial park, il colosso si muove. Nei giorni scorsi diversi proprietari e coltivatori dei terreni della «brughiera» al confine con Cassano Magnago, in zona Pedemontana, si sono visti recapitare l’invito all’eventuale esercizio di prelazione sull’acquisto di una serie di mappali che stanno per essere ceduti, in un unico pacchetto da circa 3milioni di euro, a una società che entro il 15 luglio effettuerà il rogito per rendere effettiva la compravendita dell’area.

Industrial park ecco cosa sta succedendo

Un atto formale, data l’alta probabilità che nessuno dei soggetti interpellati in quanto confinanti o fruitori dei terreni, disponga di risorse e volontà di acquisto di una superficie tanto ampia, che si estende in direzione ovest-est dalla Sp20 (via Bonicalza in territorio di Cassano) a via Caboto, la zona industriale di Fagnano. Lì, dove fin dal dicembre 2018 la società Zust-Ambrosetti ha presentato al Comune di Fagnano una proposta di sviluppo urbanistico finalizzata alla realizzazione di un industrial park. Progetto che la Giunta Simonelli, all’epoca a fine mandato, ha poi passato all’amministrazione Catelli, e che è già stato oggetto di interrogazioni in consiglio comunale, con l’impegno del sindaco ad aggiornare in caso di evoluzioni. Che al momento non ci sono a livello di iter amministrativo, come la stessa Elena Catelli ha assicurato in questi giorni: «E’ tutto fermo».

Si muove il colosso privato

Si muove però il colosso privato, che attraverso una società intermediaria, sta acquisendo le aree per una superficie complessiva di 290mila metri quadri, oggi agricolo-boschivi e domani chissà. Perché la proposta preliminare depositata nel 2018 allo scopo di avviare un’interazione con il Comune e gli enti interessati al fine di valutare l’opportunità di un cambio di destinazione d’uso dell’area per consentire l’insediamento industriale, esplicitava numeri chiari: dei 30 ettari, 10 sarebbero occupati dai due grandi capannoni previsti, 10 dedicati alle opere di compensazione ambientale a verde e i restanti per la logistica funzionale alle attività, dai parcheggi, alle aree di manovra e scarico fino alla realizzazione di una nuova strada di collegamento tra le due arterie esistenti (via Bonicalza e via Caboto) e funzionale anche ad avere un innesto quasi diretto in Pedemontana, allo svincolo di Solbiate Olona. Un’opera sulla quale sono tese le antenne della sensibilità ambientale collettiva: per il suo impatto sul territorio, benché distante dalle zone residenziali, perché va a chiudere un corridoio ecologico, peraltro già «tagliato» dalla Pedemontana che corre adiacente l’area dell’ipotetico industrial park e perché si tratta di un enorme consumo di suolo. Il proponente da parte sua fa leva sulla portata economica: investimento da 60milioni di euro, con la promessa di 400 posti di lavoro e la certezza di risorse nelle casse comunali per 7milioni di euro tra contributo di costruzione e opere da concordare con le amministrazioni, oltre agli introiti delle imposte annuali. Una nuova battaglia è alle porte.

 

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