Tradate

Il 48enne guarito dal Covid: "La mia vita ora vale molto di più"

Vincenzo Lombardo di Tradate racconta la sua lotta contro il virus. “E’ stata durissima, spero che la mia testimonianza serva a farci riflettere. Un grazie al personale dell’ospedale, i nostri eroi"

Il 48enne guarito dal Covid: "La mia vita ora vale molto di più"
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“Adesso che tutto è finito la mia vita vale molto di più”, il racconto della speranza di Vincenzo Lombardo un 48enne di Tradate che ha sconfitto il Coronavirus: “Questa esperienza mi ha cambiato la vita”

Il tradatese guarito da Coronavirus

Vincenzo Lombardo è un professionista di 48 anni di Tradate, senza malattie pregresse,  che ha vinto la battaglia contro il Coronavirus e vuole lanciare un messaggio di speranza: "Spero che la mia testimonianza serva a farci riflettere e a volerci bene nel prossimo futuro". Una testimonianza che racconterà sulle pagine de La Settimana in edicola venerdì.

La dura lotta contro il Coronavirus

Il calvario di Lombardo ha inizio il giorno dopo il suo compleanno, il 12 marzo con i primi sintomi: febbre, stanchezza e tosse. "Dopo qualche giorno mia moglie chiama  la guardia medica e il medico di base, nessuna visita solo consigli per telefono, non c’è  necessità di fare il tampone – racconta Lombardo -  Dopo 6 giorni di peggioramento mia moglie allerta il  112 e in ambulanza arrivo al PS di Tradate,  dove mi sottopongono al tampone e mi mettono l’ossigeno". L’esito arriva il giorno successivo: è positivo. "Il gelo, la paura  e la sofferenza", sono i sentimenti che Lombardo ha provato quando gli hanno confermato la diagnosi. Intanto le sui condizioni di salute  peggiorano. "Mi posteggiano per due giorni in un locale su una barella vicino alla porta del bagno con altre 6 persone.  Finalmente arriva la notizia che si è liberato un letto a Varese, ma le miei condizioni peggiorano, terapia su terapia ossigeno, poi le parole di un medico che mi trafiggono, "dobbiamo fare qualcosa di più forte altrimenti perdiamo il cavallo". Gli somministrano altre cure e gli mettono il  casco cpap : “L’anticamera della terapia intensiva, una vera sofferenza, è stata un’esperienza bruttissima". Ma ancora nessun miglioramento. "Dopo  pochi gironi un’altra doccia fredda: i medici mi dicono che non va tanto bene – continua nello struggente ricordo il tradatese – A quel punto penso a mia moglie, ai miei figli,  raccolgo tutte le forze e cerco di combattere, di lottare".

Poi la ripresa e il ritorno a casa

Continua nello struggente racconto Lombardo:  “Finalmente il giorno dopo miglioro, così il giorno dopo e anche quello successivo, una speranza lontana si presenta e la stringo così forte che non la mollerò più per niente al mondo". Lunedì finalmente Lombardo lascia l’ospedale di Varese e può tornare a riabbracciare la sua famiglia, quegli affetti che seppur lontani, nell’isolamento di un reparto ospedaliero, lo hanno aiutato a vincere questa dura battaglia. "Spero che la mia testimonianza serva a farci riflettere e a  volerci bene nel prossimo futuro, e a convincere chi ancora si ostina ad uscire di casa a rispettare le norme", ringraziando tutto il personale dell’ospedale di Varese: ”Sono degli angeli coraggiosi che lavorano con passione nonostante il rischio di esser contagiati. A loro va il mio, il nostro Grazie".

SERVIZIO COMPLETO SULLE PAGINE DE LA SETTIMANA VENERDì 10 APRILE.

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