Grillo sul palco di Legnano cita "Settegiorni"

Il comico genovese ha infiammato il Teatro Galleria, prendendo spunto anche dal caso don Mauro Galli per parlare del celibato dei preti.

Grillo sul palco di Legnano cita "Settegiorni"
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Grillo sul palco del Teatro Galleria di Legnano ha aperto lo spettacolo di ieri sera, sabato 10 novembre, citando il servizio speciale di “Settegiorni” sul caso don Mauro Galli.

Grillo sul palco di Legnano cita “Settegiorni”

“Da dove cominciamo? Cominciamo da Settegiorni”. Così Beppe Grillo al Teatro Galleria ieri sera, sabato 10 novembre. Il comico e politico genovese è a Legnano per mettere in scena il suo ultimo spettacolo “Insomnia – Ora dormo”, che inaugura la nuova stagione della sala di piazza San Magno con un tutto esaurito. Applausi a mani alzate al suo ingresso in scena, seguiti da altri applausi, ancora più scroscianti, quando per salutare il pubblico dice:”Io venivo qui a vedere la Mabilia, i Legnanesi, li studiavo”. Aggiunge: “Non so se ci sono ancora…”. “Certo!” risponde il pubblico, ma senza indignazione, ché a Grillo si perdona quello che, detto da un altro, a Legnano, sarebbe suonato come una bestemmia. E poi via con un monologo incalzante, che spesso si fa dialogo con il pubblico, tra battute e prese di posizione controcorrente. Il monologo parte da un tema molto controverso, quello dei preti pedofili. E lo spunto di cronaca viene proprio da un servizio pubblicato sull’ultima edizione del nostro settimanale e Grillo non ne fa mistero, anzi lo dichiara apertamente dicendo: “Mi hanno dato questo giornale e c’era la storia di un ragazzo di 15 anni abusato da un sacerdote”. E subito dopo: “Ma fateli sposare questo preti! Sono blasfemo? Forse un po’ sì, ma risolveremmo il problema una volta per tutte”.

Tutti i temi del comico genovese

Beppe Grillo è passato dall’ambiente: “La forma più alta del fare politica non è dire sì ma è dire no. No a tutto quello che non serve: la Tav, il ponte sullo stretto di Messina, il Mose”. E poi ancora dagli anziani  è finito ai giovani, che “sono meravigliosi, avanti, parlano due lingue, vanno dall’altra parte del mondo con 40 euro. Sono il futuro e noi non li valorizziamo. Questa cosa non mi fa dormire. Allora io non dormo e penso. Al reddito di cittadinanza per esempio, che diamo per uniformarci all’Europa. È un modo per dire: ti riconosco che sei una persona. Diamolo a questi ragazzi meravigliosi, liberiamoli dall’ansia: quanti Leonardo, quanti Shakespeare, quanti Rembrandt verranno fuori? Solo così i ragazzi oseranno. E non è vero che chi riceverà il reddito di cittadinanza si sdraierà sul divano a fare niente! Basta con queste storie: noi italiani lavoriamo tantissimo, cento ore più dei tedeschi, 200 ore più dei francesi. E la nostra forza è la creatività! Ovunque c’è innovazione c’è un italiano: non sapete che il professore di informatica di Bill Gates era un italiano?”.

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