Mafie e cantieri

Gli affari della 'ndrangheta sui binari ferroviari: maxioperazione tra Varese e Milano della Finanza

Le frodi messe in atto dalla rete di società, tutte intestate a prestanomi ma in realtà legate alla cosca Arena-Nicosia, si concentravano sui lavori di manutenzione della rete ferroviaria. Sequestri in corso per 6,5 milioni

Gli affari della 'ndrangheta sui binari ferroviari: maxioperazione tra Varese e Milano della Finanza
Pubblicato:
Aggiornato:

Maxioperazione della Guardia di Finanza in corso in queste ore tra le province di Varese e di Milano. Nel mirino 15 soggetti accusati di numerosi illeciti nell'ambito dei lavori di manutenzione e armamento della rete ferroviaria, da cui avrebbero ricavato profitti per 6,5 milioni di euro. Tutti legati alla 'ndrangheta e alla cosca Arena-Nicosia.

Maxioperazione contro la 'ndrangheta in Lombardia: affari sulle manutenzioni ferroviarie

La Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Milano, nell'ambito di complesse indagini nel settore della criminalità organizzata, ha delegato i Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria delle Fiamme Gialle di Varese e di Milano, con il supporto dei militari del Nucleo PEF di Verona, ad eseguire un'ordinanza del gip di Milano, emessa nei confronti di soggetti ritenuti appartenere ad un'associazione per delinquere finalizzata alla commissione di una serie di reati di natura fiscale e fallimentare, radicata sul territorio lombardo ed operante nel settore dell'armamento e manutenzione della rete ferroviaria italiana (Rfi è parte offesa, ndr), agevolatrice della cosca di 'ndrangheta Arena-Nicoscia di Isola Capo Rizzuto.

IMG-20220211-WA0003
Foto 1 di 3
IMG-20220211-WA0004
Foto 2 di 3
IMG-20220211-WA0002
Foto 3 di 3

In particolare le Fiamme Gialle di Varese e Milano stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare personale nei confronti di 15 persone e un sequestro preventivo "per equivalente" su beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 6,5 milioni di euro.

Società, prestanomi e contratti fasulli

Le indagini di polizia giudiziaria hanno permesso di ricostruire una rete di società fittiziamente intestate a prestanomi, i quali sono risultati fiduciari dei principali indagati, destinatari del provvedimento restrittivo: tutti soggetti in rapporto di contiguità-parentela con la famiglia ndranghetista Arena-Nicoscia.

Si ipotizza che costoro traessero ingenti profitti dalla sottoscrizione di contratti apparentemente di distacco di manodopera, ma di fatto di pura somministrazione; contratti stipulati con le società appaltatrici delle commesse di RFI spa per la realizzazione di lavori di manutenzione ed armamento della rete ferroviaria che serve svariate regioni, tra cui Lombardia, Veneto, Abruzzo, Lazio, Campania, Calabria e Sicilia.

Frodi milionarie

Nel corso delle indagini è stato possibile quantificare in oltre 6,5 milioni di euro i profitti derivanti dai reati di frode fiscale, nonché dalla omessa presentazione dichiarazioni d'imposta e dalle compensazioni di debiti erariali con falsi crediti Iva.

Finte assunzioni e soldi trasferiti alle famiglie

Le indagini hanno anche dimostrato come alcuni componenti del sodalizio abbiano agevolato la 'ndrina, facente capo alla "locale" di Isola di Capo Rizzuto, contribuendo al mantenimento finanziario di detenuti e dei loro familiari, nonché procurando falsi contratti di assunzione per far ottenere benefici premiali a soggetti colpiti da provvedimenti giudiziari.

I circa 200 finanzieri impiegati stanno eseguendo perquisizioni locali e domiciliari in Lombardia, Veneto, Calabria e Campania, con il supporto dei Reparti del Corpo territorialmente competenti.

Seguici sui nostri canali