Fagnano ha dato l'addio a Francesco Russo

Bidello per anni alla scuola media, grande camminatore, appassionato musicista.

Fagnano ha dato l'addio a Francesco Russo
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Fagnano ha dato l’addio a Francesco Russo.

Travolto da un camion

Gli volevano bene in tanti. Per la sua cordialità, i suoi modi gentili, il saluto a tutti, la disponibilità al servizio e quel camminare per le strade di una vita sempre affrontata con coraggio e a testa alta. Francesco Russo è morto tragicamente a 80 anni, travolto da un camion mentre a piedi, come sempre, percorreva la sua giornata: investito su via per Busto, dove spesso lo si vedeva camminare, sull’incrocio con via San Giuseppe. Inutili i soccorsi, intervenuti per liberarlo dal mezzo e tentare di salvarlo: l’uomo se n’era già andato.

La vicinanza di un paese intero

Lo sgomento per l’accaduto, sulla cui dinamica stanno facendo luce i Carabinieri di Busto Arsizio, ha presto lasciato spazio nel cuore di chi lo conosceva alla riconoscenza, con una moltitudine di messaggi di vicinanza alla famiglia e di ricordo di una persona che era benvoluta da un paese intero. Per i decenni come bidello alle scuole Fermi, dove aveva conquistato la simpatia di tante generazioni di ragazzi e la stima dell’intero istituto, e poi per gli incontri quotidiani di questi anni per le vie del paese, dove a ciascuno dava ogni volta prova del suo carattere mite e buono. E giovedì ai funerali in tanti lo hanno voluto salutare con la presenza grata per una testimonianza di vita silenziosa e discreta, che nella semplicità ha saputo comunicare un modo di vivere sempre positivo e tenace. Fin dagli anni dall’infanzia, nella sua Bivongi, provincia di Reggio Calabria, dove è nato e cresciuto, prima di mettersi in cammino verso il Nord.

La famiglia ringrazia i fagnanesi

A Fagnano ha trovato una nuova patria e un paese che già lo rimpiange con nostalgia. «Desideriamo ringraziare tutti coloro che ci hanno espresso la loro vicinanza – il pensiero del figlio Maurizio – e che ci hanno testimoniato il bene che gli voleva tutto il paese. La gente lo conosceva personalmente ed è stato per noi una grande consolazione sentire tanto affetto nei suoi confronti». Francesco Russo aveva tre grandi passioni: la lettura, con i suoi libri spesso portati con sé nei parchi dove si appartava nella tranquillità, le camminate, con chilometri percorsi ogni giorno con la sua andatura tipica, e la musica. «Fin da piccolo, quando in Calabria suonava le serenate alle ragazze. E non ha mai smesso», riferisce il figlio.

“Suonare lo rendeva felice”

E non a caso è sempre stato impegnato in corpi bandistici, perfetto nella sua divisa: prima a Samarate, poi a Cassano Magnago, negli ultimi 14 anni nella banda Pro Busto, con la quale provava ogni settimana: «Suonare lo rendeva felice, si vedeva che era contento – ricorda dal corpo musicale Anna Camuffo – e la sua era una presenza appassionata, fedele, costante. Stavamo preparando il concerto di Natale, lui era come sempre alle percussioni». La sua banda lo ha voluto accompagnare ai funerali, suonando per lui.

Ha dato tanto alla scuola

Vivo, anche se da più di 20 anni era ormai in pensione, anche il ricordo della scuola media di Fagnano dove a lungo è stato il bidello di riferimento: «Qui ha lasciato tanto impegno e l’immagine di una persona di grande disponibilità e affidabilità – rivela il professore Francesco Conte – sempre educato, positivo. Si dava da fare in mille modi, gli piaceva trovare soluzioni ai piccoli problemi quotidiani della scuola, aveva passione per il suo lavoro e non diceva mai di no. Cordiale, riservato, a modo con tutti, simpatico ai ragazzi, si faceva coinvolgere e spesso in quegli anni è stato la mia ombra, per il tanto aiuto che mi dava nell’ambito dell’educazione fisica, in palestra. Anche dopo la sua pensione è rimasto legato alla scuola, ogni tanto veniva a trovarci, spesso per gli auguri di Natale. Una persona di grande umanità». Che mancherà a tutti.

 

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