Solidarietà

Dal centro d'accoglienza alla prima linea Covid con la Croce Rossa: Sole d'Oro a Sylla Sekou

Cinque anni dopo è tornato all'interno della Melzi, dov'era stato accolto, per aiutare le suore canossiane durante la loro quarantena

Dal centro d'accoglienza alla prima linea Covid con la Croce Rossa: Sole d'Oro a Sylla Sekou
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Tra i riconoscimenti consegnati dal CSV Insubria con il Sole d'Oro, il premio per l'impegno nella promozione della solidarietà, ce n'è uno ancora più carico di significato: quello al volontario della Croce Rossa di Tradate Sylla Sekou Abdulkader, uno dei richiedenti asilo che erano stati ospitati prima a Venegono e poi nella struttura alla Barbara Melzi.

Sole d'Oro del CSV Insubria al volontario della Cri Tradate Sylla Seikou

Tradate e il mondo della Croce Rossa li aveva conosciuti poco dopo essere arrivato in Italia, nel 2015. Sylla Sekou Abdulkader è stato uno dei primi richiedenti asilo arrivati in quel periodo d'emergenza in provincia di Varese, accolto all'interno del centro d'accoglienza realizzato in emergenza al Don Milani di Venegono Superiore. Poi, dopo alcuni mesi, era stato trasferito in quello, tutt'ora attivo, alla Barbara Melzi di Tradate. Entrambi gestiti dalla Croce Rossa, non senza problemi in questi 5 anni, e almeno in un primo tempo con un forte supporto del mondo del volontariato di tutta la zona.

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Volontari e volontariato che ha evidentemente trasmesso al giovane il desiderio di impegnarsi per gli altri, come a ringraziarli di quanto fatto sin dal suo arrivo. Così appena ha potuto il giovane migrante ha frequentato le scuole e il corso per diventare anche lui Volontario della Croce Rossa.

Esempio di solidarietà

Sin dall'inizio dell'emergenza Covid, come i suoi compagni di servizio, non si è tirato indietro. E la divisa rossa lo ha riportato alla Melzi, questa volta però da volontario, non più da ospite, e in servizio d'assistenza alle suore canossiane che erano state colpite da un focolaio di coronavirus durante la prima ondata. Le stesse suore che, nel 2015, spalancarono le porte della loro struttura per ospitarlo. Un impegno che ha superato la differenza di religione, loro cattoliche e lui musulmano, che spesso (e altrettanto spesso a torto) viene ritenuta una barriere invalicabile che allontana le persone. Una barriera superata, tanto da far diventare l'ex ospite ora volontario un vero e proprio punto di riferimento per il Convento.

A maggio il suo impegno era stato raccontato  a maggio, in un video pubblicato dalla Croce Rossa Lombardia per la campagna #iltempodellagentilezza:

"Quando sono arrivato dal Senegal 5 anni fa sono stato ospite da queste anziane suore, mi hanno aiutato e dato un tetto insieme alla Croce Rossa - spiegava - Ora tocca a me aiutare loro. Non ho niente da dare se non il mio tempo da dedicar loro per aiutarle a stare bene. Mi chiamano, a volte vado a prendere l'ossigeno, a fare la spesa, in farmacia, porto i vestiti a quelle di loro che sono ricoverate all'Ospedale di Varese. Comunque sono quasi tutti i giorni da loro, quando hanno bisogno possono chiamarmi e io vado".

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