Covid e lockdown: tutti gli “effetti collaterali” silenziosi
Disturbi alimentari e del sonno, deficit dell'attenzione e attacchi di panico: sono alcuni delle dinamiche più comuni vissute in questi mesi.
I sintomi del virus sono noti a tutti ma ci sono altri segnali, spesso sottovalutati, che hanno a che fare con la pandemia e la vita in isolamento.
Covid e lockdown: tutti gli “effetti collaterali” silenziosi
Nonostante i servizi erogati dal Sistema sanitario nazionale, l’attivazione del supporto psicologico telefonico da parte di Amministrazioni comunali in collaborazione con terapeuti e le “tecniche dolci” messe a disposizione da coach e operatori olistici, non è immediato che le persone si rivolgano a figure professioniste per parlare di ciò che non va. Ci troviamo ormai da un anno in una situazione che alterna momenti rigidi di chiusura con misure d’isolamento forzato a periodi di maggiore apertura e per quanto questa alternanza possa ormai sembrare metabolizzata, quasi fosse una nuova normalità, tutto ciò comporta importanti effetti sulla psiche e il benessere fisico. È bene quindi non sottovalutare momenti di forte irritabilità, oscillazioni del peso e altri campanelli d’allarme illustrati di seguito.
Il peso
Si dà spesso colpa allo stress.
Quando si dimagrisce oppure s’ingrassa, si tende a puntare il dito contro i ritmi di vita frenetici o logoranti. E in questo senso gli ultimi mesi non ci esimono dal sentirci coinvolti in una routine che a volte può risultare opprimente o, comunque, da elaborare.
Nel mese dedicato all’obesità (il 4 marzo è stata la Giornata mondiale), Coldiretti ha evidenziato come tra il 2020 e l’inizio del 2021 siano stati caratterizzati da un aumento generalizzato del peso tra le persone in tutta Italia. Un dato confermato anche a livello mondiale, come ha riportato nei giorni scorsi il New York Times.
Sempre secondo Coldiretti alla fine dello scorso anno il 44% degli italiani è aumentato di peso a causa del Covid. Le cause principali: vita più sedentaria e pigrizia, dovuta ancora una volta alla convinzione radicata ma erronea che queste abitudini non hanno nulla a che vedere con l’insorgere di patologie anche gravi. A dare il braccetto all situazione, il senso di sfiducia che si è instillato nelle persone, la comodità del cosiddetto smart working, i licenziamenti e la cassa integrazione. Gli italiani con obesità sono circa sei milioni e quelli in sovrappeso 25 milioni.
Il suggerimento è di migliorare la spesa nel proprio carrello, riducendo i cibi confezionati e surgelati, e supportare la propria nutrizione con integratori di qualità. Ovviamente questi ultimi riescono a lavorare al meglio là dove sono già presenti buone abitudini.
Affidarsi a esperti, tra medici e trainer di vario titolo, può essere d’aiuto oltre che essere un valido supporto a sentirsi meno soli.
In molti casi, come anticipato, si tratta di servizi gratuiti a cui tutti possono accedere.
App e programmi per il benessere inoltre sono presenti in gran numero sul web, anche in questo caso gratuitamente: un valido motivo per ricominciare a volersi bene.
Il tema dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione presenta un impatto generazionale profondo. Si tratta infatti della seconda causa di morte della popolazione femminile italiana in adolescenza (dopo gli incidenti stradali) e colpisce un numero crescente di giovani. In prevalenza sono interessati l’1% delle adolescenti per anoressia nervosa e il 3% per bulimia nervosa ma anche gli adulti non sono esenti da queste dinamiche.
I dati sono sensibilmente peggiorati durante la pandemia, complici soprattutto il lockdown e la solitudine prodotta dalla didattica a distanza, con un numero di casi che ad esempio presso l’Ospedale San Raffaele di Milano nell’ultimo semestre è più che raddoppiato e ha interessato prevalentemente studenti di 14 e 15 anni, con almeno sessanta casi riscontrati legati prevalentemente a repentine perdite di peso fino a 20 chili in poche settimane.
È evidente come sottostimare cali o aumenti del peso possa essere pericoloso per la salute sia fisica sia mentale.
Deficit dell’attenzione
Nove secondi: è la durata massima della nostra attenzione, stando a un recente report di Google.
Negli ultimi decenni la concentrazione sarebbe calata vertiginosamente a causa della quantità massiccia di contenuti disponibili sul web.
Tra video, immagini e “ansia da like” ci si è abituati a scrollare il telefono “all’infinito”, alla ricerca dell’ultimo post o notifica da vedere.
Un trend, questo, che non ha certo rallentato nell’ultimo anno.
Avendo perso di vista l’importanza del proprio tempo, stando principalmente in casa e non sapendo come dare un senso alle proprie giornate, ci si affida allo smartphone oppure alla televisione per lenire l’isolamento.
Ma attenzione: se il lockdown ha esacerbato gli aspetti negativi, gli schermi non fanno altro che acuire l’incidenza del disturbo dell’attenzione.
A pagare il prezzo più caro bambini, adolescenti e studenti in genere, poiché molto spesso il luogo dove spendono il tempo del dovere e il tempo del piacere coincide.
Attacchi di panico
Tutto comincia con sensazione di nervosismo, scatti d’ira, arrivando a provare pesantezza sul petto, mal di testa.
L’ansia comincia a lavorare, lasciando spazio agli attacchi di panico se non viene affrontata da subito.
È normale provare paura e sconforto in questo periodo, talvolta alcune sensazioni prendono alla sprovvista e non si è in grado di razionalizzarle.
Ma quando tutto attorno sembra opprimente ogni situazione allarmante, è bene cominciare ad ascoltarsi e rivolgersi a una persona esperta per gestire al meglio i malesseri della psiche.
Il genere umano, infatti, non è fatto per stare in uno stato di allerta a lungo, pertanto se ci si sente tesi, sopraffatti e le proprie giornate sono caratterizzate da forti sbalzi di energia si suggerisce di parlare con il proprio medico di base, uno specialista oppure operatori di mindfulness o altre discipline che portano a una maggiore consapevolezza di sé e della realtà nel momento presente.
Alcuni suggerimenti
Di seguito alcuni semplici consigli per vivere al meglio la propria quotidianità:
- ascoltarsi: mai sminuire i propri stati d’animo attendendo che passino, ma provare a fare chiarezza sui fattori che hanno scaturito rabbia, preoccupazione, …
- imparare attività manuali: il bricolage, la pittura, la scrittura hanno effetti calmanti immediati. Aiuta a concentrarsi sul momento presente sentendosi al sicuro in uno spazio protetto
- meditare: anche in questo caso è utile per spegnere la negatività e connettersi alla parte più “zen” di sé
- allenarsi: tenere il proprio in forma è facilissimo, basta stendere un tappetino in casa. Le app e i tutorial per fare fitness sono innumerevoli: affidatevi ai più qualificati per divertirvi con facilità, senza farvi male
- tenere un diario: è liberatorio, dal momento in cui ci si può sfogare senza essere giudicati e arrecare danno alcuno. È utile anche per tenere una traccia del proprio vissuto
- migliorare la propria alimentazione: mai saltare i pasti, incappando in abbuffate controproducenti, innanzitutto. Assumere tutti i nutrienti di cui l’organismo ha bisogno, prediligendo cibi freschi e alimenti ricchi di proteine (legumi, carni magre e pesce azzurro su tutti) senza eccedere con carboidrati, farine raffinati e zuccheri
- comunicare: ricordarsi di non essere soli nonostante l’isolamento è tutto. Chiamate un amico, una persona di fiducia che possa alleggerire la giornata