Valle Olona

"Così vogliamo ricollegare il Castrum al Monastero di Torba"

Se ne parla da oltre 20 anni, ora potrebbe diventare realtà con ricadute importanti per tutto il territorio

"Così vogliamo ricollegare il Castrum al Monastero di Torba"
Pubblicato:
Aggiornato:

Un  sogno coltivato per oltre vent'anni potrebbe vedere nel prossimo futuro la luce: oggi, martedì 29 giugno, all'interno dell'Antiquarium del Castrum di Castelseprio è stato presentato il progetto per il collegamento tra l'area degli scavi archeologici e il Monastero di Torba che vede impegnati Parco Pineta, PLIS del Parco Rile-Tenore-Olona, Fondo per l'Ambiente Italiano, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, Provincia di Varese e i Comuni di Castelseprio e Gornate Olona.

Ricollegare il Castrum al Monastero

Un progetto che prevede di intervenire sotto più aspetti: da quello del contrasto al dissesto idrogeologico, che interessa i valloni e i versanti su cui poggia il Castrum, a quello turistico con la creazione di un percorso di collegamento fra le due aree di interesse storico (che in realtà, sarebbero una sola, unica) passando per quello naturalistico con la riqualificazione dei boschi oggi lasciati praticamente all'abbandono.

WhatsApp Image 2021-06-29 at 15.42.19
Foto 1 di 5
WhatsApp Image 2021-06-29 at 15.42.20
Foto 2 di 5
WhatsApp Image 2021-06-29 at 15.42.20 (1)
Foto 3 di 5
WhatsApp Image 2021-06-29 at 15.42.20 (2)
Foto 4 di 5
WhatsApp Image 2021-06-29 at 15.42.21
Foto 5 di 5

Lo stato di fatto e il progetto

A dettagliare il progetto, il dottore forestale Alessandro Nicoloso, che già aveva "messo mano" in passato ad alcuni punti sensibili dell'area del Castrum.

"Le due aree sono divise da un tratto brevissimo ma ad oggi impraticabile a causa di una soluzione di continuità che 'divide' le aree fruibili della Valle Olona da quelle di Castelseprio e dei Comuni circostanti. Il progetto si concentra sulla fruibilità di quest'area, non solo con il collegamento col Monastero di Torba, e con la creazione di una 'variante' fino al suo ingresso, ma con anche quella di un anello che permette di raggiungere tre nuovi punti panoramici che danno sulla Valle o verso le Alpi. L'intervento interessa un punto dove c'è un'emergenza idrogeologica, permettendo inoltre una sistemazione generale del bosco, che potrà così esser messa in sicurezza mentre nel medio-lungo periodo la strategia è per un intervento sul corpo idrico che genera i fenomeni erosivi. Se vogliamo preservare le mura, e il tesoro di Castelseprio e di Torba, dobbiamo intervenire sulle cause del dissesto".

Il Parco c'è: "Vogliamo valorizzare un sito Unesco, preservare il territorio e fare cultura"

A spiegare il motivo per cui ci si è lanciati in questa "impresa", il presidente del Parco Pineta Mario Clerici, che ha ricordato come "cinque anni fa la Regione ha deciso che i Parchi doveva occuparsi degli Ambiti Territoriali Ecosistemici. Gli Enti - ha proseguito - hanno voluto affidarci la gestione dei loro PLIS, come il Parco RTO e da subito abbiamo pensato a quali progettualità mettere in campo per valorizzarli. Questo progetto è l'esempio forse più importante e sentito dal territorio di come un'area protetta non vada vista solo come un vincolo ma come un'opportunità e un momento culturale. Il Parco, in quest'ottica, deve progettare nella maniera più estesa per la valorizzazione dei suoi luoghi e la loro fruizione".

Due siti, un'unica storia

Riassumendo e semplificando, si tratta di riunire due siti visti e ritenuti comunemente come due entità separate ma che in realtà appartengono allo stesso complesso storico. Lo hanno ricordato Simona Gasparini, responsabile FAI del Monastero di Torba, che a nome del Fondo ha sottolineato il gran livello di dettaglio e cura del progetto presentato e il Soprintendente Giuseppe Stolfi:

"Già 20 anni fa, alla mia prima visita a Castelseprio, qualcuno mi parlò di questo sogno. Ora quell'idea prende concretezza e si traduce in un progetto. Castelseprio e Torba sono un sito unico ma oggi vengono viste come due realtà divise. Le potenzialità di questo collegamento sono molto alte.

Dal punto di vista archeologico invece, Castelseprio è una città scomparsa ma non è evidente come altri esempi più celebri come Ercolano o Paestum. Ma ha una caratteristica peculiare che la rende unica: il connubio tra archeologia e natura, non voluto ma creato dalla Storia e diventato caratterizzante. Un sistema di sentieri e percorsi che attraversino le valli ha un'enorme valenza nell'evocare l'unicità di questo luogo".

Una possibilità per tutto il territorio

Tutti gli interventi si sono concentrati anche su un altro aspetto, molto concreto, e che allarga i confini dell'intervento ben oltre quelli di Gornate e Castelseprio. Unire i due siti (che da sempre attirano visitatori non solo dai dintorni e dalla provincia ma anche dall'estero) significa aprire a una potenzialità turistica che può avere importanti ricadute su tutta la zona. Specialmente ora e nei prossimi anni, grazie a una ritrovata sensibilità e attenzione verso i "tesori dietro casa" riaccese dalla pandemia Covid che da una parte ha aumentato la richiesta di spazi pubblici dove trascorrere il tempo libero e dall'altra ha "costretto" a cercarli il più vicino possibile da casa.

Fondi, risorse e bandi

Il progetto è ambizioso. Solo per i primi tre lotti si parla, complessivamente, di oltre un milione di euro con il primo (l'anello e il collegamento fra i due siti) che dovrebbe richiedere circa 540mila euro tra sentieristica, sistemazioni e messa in sicurezza.

Una cifra che non impensierisce: "Quando c'è una così forte volontà condivisa - ha dichiarato Clerici - in finanziamenti prima o poi arrivano. Qui le potenziali linee sono innumerevoli perchè questo progetto ha ricadute naturalistiche, di lotta al dissesto idrogeologico, di recupero aree, turistiche e culturali. E coi bandi che nei prossimi anni arriveranno da Regione, Stato, Unione Europea questo è un progetto che sicuramente meriterà sostegno".

Seguici sui nostri canali