Case Cristina protagoniste del video del rapper Habib
Compaiono nel brano del giovanissimo rapper Habib Touzri, 17 anni, che da quando è nato vive nel «maxi complesso» residenziale che si affaccia sulla Varesina a Turate

Le «Case Cristina» sono diventate protagonista del videoclip e del brano del giovanissimo rapper Habib Touzri, 17 anni, che da quando è nato vive nel «maxi complesso» residenziale che si affaccia sulla Varesina a Turate, spesso finito al centro della cronaca per gli innumerevoli episodi di insicurezza e degrado. Ed è proprio per questo che il cantante ha voluto mostrare un punto di vista diverso, quello di chi ci vive dall’interno, lottando ogni giorno contro pregiudizi e difficoltà.
Case Cristina protagoniste del video del rapper Habib
«Il brano si intitola “Fin da piccolino” ed è il mio primo inedito. Racconta senza filtri la mia vita e tutte le difficoltà che ho dovuto affrontare. Mi ritengo fortunato perché posso contare su una famiglia, su molti amici che mi sostengono e i beni di prima necessità non mi mancano. Le difficoltà economiche però ci sono e per questo desidero trasformare in un lavoro la mia grande passione per la musica che coltivo da quando ho solo 9 anni, riuscendo quindi a riscattarmi da tutti i sacrifici che compio», rivela il rapper 17enne, aggiungendo: «Nella mia famiglia sono tutti orgogliosi della mia prima canzone e fanno il tifo per me. Ci tengo però a ringraziare tutti i miei più cari amici che mi sostengono sempre». E sono proprio gli amici e i coetanei con cui è cresciuto nel cortile delle «Case Cristina», che Habib ha voluto coinvolgere nel video: «Abbiamo voluto rendere protagonista la nostra quotidianità per lanciare un messaggio positivo: le “Case Cristina”, purtroppo note solo per il degrado, la criminalità e per lo spaccio, hanno invece anche un lato positivo. Qui vivono persone di tutte le culture, marocchini, tunisini, italiani, romeni, spagnoli e tanti altri, e si riesce a convivere serenamente all’insegna della condivisione. Tutti i giovani, e anche noi cresciuti in un contesto periferico difficile, abbiamo molto da dire e, grazie alle nostre passioni, possiamo anche fare del bene e sperare in un futuro migliore».
Intervista completa sul numero de La Settimana in edicola da venerdì 12 marzo.