Botte e ricatti a sfondo sessuale all’ex cappellano in cambio di soldi, a fine marzo ci sarà la sentenza

Davanti al giudice del Tribunale di Busto Arsizio la vittima ha ripercorso tutta la vicenda, venuta alla luce nel 2017.

Botte e ricatti a sfondo sessuale  all’ex cappellano  in cambio di soldi, a fine marzo ci sarà la sentenza
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Ricattarono ed estorsero soldi all’ex cappellano dell’ospedale cittadino, il processo va verso la conclusione. La prossima udienza è fissata per il 31 marzo, in quella sede le parti discuteranno e il giudice emetterà la sentenza nei confronti di un giovane marocchino che con la complicità di un connazionale, ricattò e si fece consegnare in tre anni 11 mila euro dal religioso. L’accusato, oggi imputato in contumacia, era però scappato quando dal carcere fu trasferito agli arresti domiciliari.

 

Botte e ricatti all'ex cappellano, si va verso la sentenza

I fatti risalgono risalgono tra il 2014 e il 2017, quando la vicenda venne a galla e i carabinieri della Compagnia di Saronno eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due stranieri, un tunisino e un marocchino, che per un certo periodo sarebbero stati ospiti nella casa del religioso. A maggio del 2017 dopo essere stato picchiato brutalmente il sacerdote si decise e chiese aiuto ai militari. In quella circostanza il sacerdote, sostenuto dai militari, aveva trovato il coraggio di raccontare quello che stava vivendo rivelando di essere, da circa tre anni, soggetto a continue richieste di denaro da parte dei due stranieri, che in passato aveva aiutato e ospitato in casa. Il religioso inoltre aveva ammesso che nel corso della convivenza con i due era nata una relazione di tipo sessuale. Il timore che quella sconveniente relazione, se solo fosse divenuta nota, avrebbe distrutto reputazione e credibilità, lo aveva trasformato in una vittima. I due iniziarono a estorcergli denaro con frequenza mensile.

Le indagini dei Carabinieri di Saronno

 

Partendo dal racconto del sacerdote i carabinieri riuscirono a ricostruire l’intera vicenda. Era stato quando il sacerdote si era rifiutato di pagare che i due erano diventati aggressivi e lo avevano picchiato. Infatti al rifiuto del religioso l’avevano buttato a terra assalendolo e arrivando a minacciarlo con delle forbici. Fu solo grazie all’intervento dell’assistente dell’ex cappellano che i due scapparono. Le indagini dei militari, compiute tramite pedinamenti, osservazioni, riconoscimenti fotografici, analisi della documentazione bancaria, controlli di telefonini e computer compresi quelli in uso al sacerdote, portarono all’identificazione dei due stranieri. Il giovane, di origine marocchina, fu arrestato e portato in carcere. Una volta però ottenuti gli arresti domiciliari, di lui si sono perse le tracce. Giovedì scorso nel corso dell’ultima udienza, a porte chiuse, nell’aula del Tribunale di Busto Arsizio è stato proprio l’ex cappellano a ricostruire la vicenda ripercorrendo anche i momenti più difficili. Si torna in aula per la sentenza.

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