Busto

Aggressione in carcere dopo il finto malore: ispettore e agente in ospedale

L'allarme del sindacato USPP: "La Polizia Penitenziaria è stanca, stufa e demotivata. A Busto situazione esplosiva, è una polveriera"

Aggressione in carcere dopo il finto malore: ispettore e agente in ospedale
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Nuovo episodio di violenza all'interno del carcere di Busto Arsizio ieri mattina, martedì 7 settembre dopo che un detenuto, fingendo un malore, ha aggredito un ispettore e un assistente capo.

Finto malore e aggressione in carcere a Busto

A rendere noto l'ultimo episodio di violenza all'interno del carcere di Busto è una nota del sindacato USPP della Polizia Penitenziaria. Un episodio che si è ripetuto "pericolosamente a qualche giorno di distanza da fatti analoghi", si legge nella nota del sindacato. Un detenuto, già protagonista di passate situazioni che hanno fomentato la rivolta violenta, dopo esser stato accompagnato dagli agenti della Polizia Penitenziaria negli ambulatori della struttura si è improvvisamente avventato contro un ispettore e un assistente capo. "Anche in questa circostanza - evidenzia il sindacato - solo la tempestività e la professionalità del personale venuto in soccorso del colleghi ha evitato il peggio".

I due feriti sono stati portati in ospedale a Busto Arsizio dove si trovano tutt'ora in osservazione. "Stavolta non si tratta di un soggetto psichiatrico ma di un elemento 'border line' - prosegue il sindacato - che mette in evidenza soprattutto la mancanza di strumenti atti a contenere l’inaudita violenza di simili elementi".

"Estrema impotenza, situazione esplosiva"

A lanciare l'allarme Claudio Montella a nome della Segreteria provinciale dell'USPP: "Siamo in una situazione di estrema impotenza di fronte a situazioni del genere. La polizia penitenziaria è stanca, stufa e demotivata. La situazione presso la casa circondariale di Busto Arsizio è alquanto esplosiva. Alcuni reparti detentivi sono delle vere polveriera. Il personale da tempo lamenta una disorganizzazione generale e una mancata linea di indirizzo chiara ed immediatamente attuabile nella gestione dei detenuti che si rendono protagonisti di disordini e violenze".

"La politica non si prende responsabilità"

Un fatto che riaccende il tema di una riforma mai fatta, come ricorda il Segretario Regionale Gianluigi Madonia:

"E' ormai da tempo che chiediamo la modifica dei regimi custodiali, auspicando una circuitizzazione seria e concreta secondo la quale le varie tipologie di detenuti vadano ubicati in istituti ad hoc. Ad oggi la politica non si è presa la responsabilità di affrontare definitivamente la questione carceri in Italia, gestione che sempre più spesso lascia vuoti normativi che causano problematiche nella gestione dei detenuti". o protagonisti di disordini e violenze».

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