Storie sotto l'ombrellone

Ad Augusta Volontè va il premio «Rosa Camuna»

Una vita dedicata ai bambini malati al fianco del dottor Robino, pioniere della sala giochi della Pediatria del Galmarini: lei è stata la prima educatrice assunta in Italia

Ad Augusta Volontè va il premio «Rosa Camuna»
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Una vita dedicata ai bambini ricoverati in ospedale: un lavoro svolto con passione e intraprendenza che ha fatto scuola a livello nazionale. Ad Augusta Volontè il premio Rosa Camuna, prestigioso riconoscimento che la Regione assegna annualmente a cinque donne che si sono distinte per l’impegno nel sociale. La cerimonia si è svolta venerdì a Palazzo Lombardia.

 

Ad Augusta Volonté un importante riconoscimento

La candidatura del suo nome è stata fatta dal Ponte del Sorriso Onlus, associazione che da anni si impegna a far vivere ai bambini ospedalizzati un’esperienza meno traumatica possibile. «Un riconoscimento per una vita dedicata ai bambini in ospedale», comunica l’associazione. «Era il 1972: a soli 19 anni, fresca di diploma, Augusta ha iniziato come educatrice presso la Pediatria di Tradate, grazie a un giovane primario illuminato, il dottor Guido Robino, quando ancora non esistevano carte dei diritti dei bambini in ospedale. Dotata di rara sensibilità ed empatia, Augusta, ha organizzato la prima sala giochi in ospedale in Italia. La Pediatria di Tradate, con lei, è diventata un esempio nazionale nella “care” del bambino ricoverato, avviando così il processo di umanizzazioni dei reparti ospedalieri. Quando, dopo 40 anni, è andata in pensione ha continuato come volontaria de Il Ponte del Sorriso, dedicando tantissime ore alla settimana all’aspetto educativo dei bambini malati di diabete e delle loro famiglie seguendoli fin dall’esordio. Augusta merita la Rosa Camuna perché quando i reparti pediatrici erano ben lontani dall’essere a misura di bambino, ha contribuito concretamente ad una nuova visione di cura del bambino in ospedale, con una devozione, umanità, profondità e cuore fuori dal comune». Volontè è stata la prima educatrice in Italia ad essere assunta in un ospedale. Per anni ha affiancato il dottor Robino, primario di pediatria ed il primo a creare una sala gioco all’interno di un reparto pediatrico. Una scelta pionieristica in quegli anni, che ha fatto scuola.
«Non mi aspettavo questo riconoscimento e sento di doverlo condividere con chi mi è stato a fianco, a cominciare dal dottor Robino che ha sempre creduto in me e con cui abbiamo sempre condiviso la visione di un ospedale a misura di bambino. Lo condivido anche con tutti coloro che sono venuti dopo di lui: negli anni, infatti, si è creata una collaborazione stupenda sia col personale medico che con quello infermieristico. Infine ringrazio Emanuela Crivellaro, presidentessa del Ponte del Sorriso, che ha segnalato, a mia insaputa, il mio nome per il premio», commenta Volontè. «Ho vissuto ogni giorno del mio lavoro con gioia, senza mai provare fatica ed è così ancora oggi. L’ho fatto con amore, per amore dei miei bambini malati», conclude con estrema umiltà Volontè commuovendosi per quell’overdose di affetto e riconoscenza che ha ricevuto da famiglie e pazienti dopo un premio che corona una vita ( quasi 50 anni) spesa per i suoi  bambini.

 

Martina Cavallaro e Annalisa Conti

(La Settimana di Saronno 4 giugno 2020)

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