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"Stop al consumo di suolo, ristrutturiamo gli edifici fatiscenti"

Il referente di "Salviamo il Paesaggio Cislago", Maurizio Cremascoli, lancia un appello in attesa di un nuovo Pgt.

"Stop al consumo di suolo, ristrutturiamo gli edifici fatiscenti"
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Maurizio Cremascoli, referente cittadino dell’associazione «Salviamo il Paesaggio», ha partecipato alla serata di presentazione del progetto di partecipazione attiva finalizzato alla stesura del nuovo Piano di governo del territorio di Cislago, per la cui elaborazione l’Amministrazione comunale ha incaricato il Politecnico di Milano.

"Stop al consumo di suolo, ristrutturiamo gli edifici fatiscenti"

«La Giornata nazionale del paesaggio che si è celebrata ieri, giovedì 14 marzo, ci dimostra ancora una volta quanto sia importante tutelare e valorizzare le nostre aree verdi e agricole anche tramite i Pgt - commenta Cremascoli - La priorità dovrebbe essere non nuovo cemento ma ristrutturare il patrimonio edilizio esistente, quali le case, i capannoni, i centri sportivi, gli oratori, i teatri, i negozi, le strade, i cavalcavia, le autostrade, i ponti e i sottopassi, che spesso versano in condizioni critiche, se non proprio fatiscenti. Si deve ristrutturare e rigenerare tali infrastrutture ed edifici». E ancora: «Bisogna evitare di consumare pertanto nuovo suolo: i campi agricoli, i prati, i boschi, le spiagge e le scogliere non vanno più toccati, come purtroppo è stato fatto in abbondanza in passato. Si deve quindi salvare quel poco che è sopravvissuto di naturale».

A Cislago si punta all'estensione del Bosco del Rugareto

Sulla situazione di Cislago: «E’ iniziata la consultazione dei cittadini sulla pianificazione del paese e ho colto l’occasione per ricordare il progetto di “Salviamo il paesaggio” per l’estensione del Bosco del Rugareto nella zona nord del paese. Quest’ultimo è stato preso in considerazione sia dall'Amministrazione comunale sia dal Politecnico di Milano». Infine: «Ho chiesto anche di inserire il piano antenne nel Pgt per evitare di trovarsi a sorpresa nei terreni liberi tralicci della telefonia mobile, alti anche 36 metri. E’ già successo recentemente in zona Santa Maria e non vogliamo che accada nuovamente in altri punti verdi».

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