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Sanità pubblica e diritti negati: due serate di confronto

Caldiroli ha parlato – dopo un ampio excursus storico sul senso della sanità pubblica - del ricorso che le associazioni proponenti hanno depositato il 30 ottobre scorso

Sanità pubblica e diritti negati: due serate di confronto
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Duplice incontro a Saronno per parlare di sanità pubblica e di quello che sta accadendo in Lombardia a livello legislativo.

Sanità pubblica e diritti negati: due serate di confronto

Sabato scorso, 11 novembre, l’assemblea popolare in piazza Libertà del comitato “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità pubblica”, ha suscitato l’interesse di numerosi cittadini non solo saronnesi. Ieri, 14 novembre, l’incontro pubblico all’Auditorium Aldo Moro con Marco Caldiroli, presidente di Medicina Democratica e coordinatore dei movimenti regionali per la sanità pubblica e con Walter Mason, rappresentante del Comitato per il Diritto alla Salute del Varesotto, che da anni si batte contro il progetto di ospedale unico Busto-Gallarate.

Caldiroli ha parlato – dopo un ampio excursus storico sul senso della sanità pubblica - del ricorso che le associazioni proponenti hanno depositato il 30 ottobre scorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro la decisione del Consiglio Regionale di “cassare” il referendum su tre quesiti che andrebbero ad abrogare le norme più favorevoli ai privati contenute nell’attuale legge sanitaria regionale, oltre che delle iniziative di movimento che si portano avanti da anni contro le varie riforme sanitarie del centrodestra, che vanno in direzione contraria allo spirito e alla lettera della legge di riforma sanitaria nazionale del 1978.

La contrarietà al nuovo ospedale unico Busto/Gallarate

Mason ha affrontato il tema dell’opposizione all’Ospedale Unico di Busto e Gallarate, che nelle intenzioni della Regione andrà a sostituire i due esistenti nelle altre due città cardine dell’Azienda Socio Sanitaria Territoriale “Valle Olona” di cui fa parte anche Saronno. Un’opposizione, messa in atto da cittadini organizzati e competenti, che si muove sia sul fronte delle procedure, sia sul fronte della mobilitazione per salvare un’area boschiva (in zona Beata Giuliana a Busto, al confine con Gallarate) e per denunciare lo spreco di risorse per costruire un ospedale che avrà stessi posti letto e carenze di personale dei due esistenti, che potrebbero essere potenziati spendendo 160 milioni di Euro in meno rispetto ai 440 per l’ospedale unico.

Nell’intervento a nome del comitato saronnese, Roberto Guaglianone ha sottolineato come potrebbe essere spesa una parte di quei 160 milioni per rilanciare per davvero il nosocomio cittadino, che invece oggi “sopravvive”, dopo che la chiusura è stata scongiurata dalle mobilitazioni, culminate con la manifestazione che ha portato in piazza 1500 persone a Saronno ad aprile e il presidio popolare all’ospedale di luglio.

La possibile privatizzazione dell'ospedale

"Una sopravvivenza che sa già di privatizzazione con l’ampio ricorso a cooperative private e professionisti a gettone per tappare le falle del personale, su cui il cosiddetto “piano di rinnovo” dell’assessore Bertolaso non interviene - hanno affermato i referenti del comitato “Il Saronnese per l’Ospedale e la Sanità pubblica” - si sta confezionando una struttura da svendere agli appetiti privati sempre più evidenti in città? Il riferimento è a Bianalisi, la società targata Montezemolo che ha rilevato Meditel e Metica, mentre si è aperta una riflessione sul ruolo della neonata fondazione privata “Saronno in salute” cofondata da Librandi e da quel Gilli che – tenendo in piedi con i voti “di famiglia” l’attuale maggioranza di governo in città – potrebbe condizionarne le scelte in tema di sanità. Con l’esito di una maggioranza formalmente di centrosinistra che si sta affidando all’avversario politico Bertolaso. Si è parlato anche di una Casa di Comunità forse più “avanti” delle altre dell’Asst, ma ancora limitata da forti carenze di personale, e di Medici di Medicina Generale senza un piano di ricambio visti i numerosi pensionamenti che stanno già lasciando i cittadini senza medico di famiglia anche nel nostro territorio: il caso di Rescaldina insegna che l’amministrazione comunale si può mobilitare per risolvere il problema, mentre quella di Saronno è ferma".

L'apertura di Sos liste d'attesa

Dal 10/11 è aperto presso la camera del Lavoro CGIL in via Maestri del Lavoro 2, ogni venerdì dalle 10 alle 12 ad accesso libero, lo sportello “SOS Liste d’attesa” gestito da Attac Saronno, che ha già fatto registrare l’accettazione del primo ricorso fatto, con una cittadina che si è vista assegnare una visita ambulatoriale pubblica nei tempi e luoghi previsti dall’impegnativa del medico di base, negatale dal CUP.

Nelle conclusioni dell’attivista ambientalista Massimo Uboldi, che ha moderato il nutrito dibattito seguito agli interventi, l’appello a tenere alta l’attenzione e la mobilitazione sul tema della salute nel Saronnese.

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