le richieste del comitatox

Rinnovo del Cda di Alfa Srl, Acqua bene comune: "Cittadini subiscono le loro decisioni"

"Una gestione a totale partecipazione pubblica (ma rispondente al diritto privato) come quella di Alfa S.r.l. dovrebbe infatti avere come prima missione quella di essere totalmente trasparente"

Rinnovo del Cda di Alfa Srl, Acqua bene comune: "Cittadini subiscono le loro decisioni"
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Il comitato Acqua bene comune della provincia di Varese chiede al gestore della rete idrica Alfa Srl maggiore trasparenza nelle decisioni, come ad esempio il prossimo del Cda del gruppo.

Rinnovo del Cda di Alfa Srl, Acqua bene comune: "Cittadini subiscono le loro decisioni"

"Apprendiamo dalla stampa locale che si sono aperti, anzi riaperti, i giochi politici per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione (CdA) del gestore unico del servizio idrico integrato della provincia di Varese - fanno sapere dal comitato Acqua bene comune della provincia di Varese - Apprendendo i desiderata di questa o quella forza politica, tutta la cittadinanza varesina si è resa conto di quanto l’Amministrazione di un Servizio Pubblico Locale (SPL) di così fondamentale importanza sia potuta cadere così in basso, senza la minima intenzione di permettere forme di partecipazione e/o consultazione. Una gestione a totale partecipazione pubblica (ma rispondente al diritto privato) come quella di Alfa S.r.l. dovrebbe infatti avere come prima missione quella di essere totalmente trasparente e fautrice di ogni forma di comunicazione atta ad una completa informazione preventiva anche degli organi che la costituiscono, soprattutto nel momento in cui questi vanno al loro rinnovo. Ad oggi niente di tutto questo è stato fatto".

"Più che una gestione pubblica, sembra privata"

"La cittadinanza si trova quindi a subire passivamente queste manovre, che sembrano riferirsi più a un gestore privato e a gestione “partitica”, rispetto a quello che Alfa S.r.l. dovrebbe rappresentare.
Questi atteggiamenti, più volte sottolineati dallo scrivente Comitato, sono stati enunciati (e tuttora ritenuti validi… a quanto pare!) al momento della scelta della forma gestionale che aveva visto orientarsi, l’allora Amministrazione provinciale (alla guida del leghista Dario Galli), nell’individuare la forma gestionale della cosiddetto “in house”. Questa, seppur abbracciando molti principi di pubblicità nella gestione del servizio, non garantisce a pieno tutti gli aspetti che una gestione attraverso un Ente di Diritto Pubblico (l’Azienda Speciale, quale è per esempio l’Ufficio d’Ambito) rappresenterebbe nei confronti della cittadinanza amministrata. Siamo quindi a chiedere che il gestore unico della provincia di Varese si adoperi per: pubblicare sul proprio sito istituzionale ogni proposta, discussione e verbalizzazione dei propri organi costituenti (Assemblea dei Soci, Comitato di Vigilanza e Controllo e Consiglio d’Amministrazione); aprire le porte ad assise pubbliche le riunioni dei propri organi costituenti (Assemblea dei Soci, Comitato di Vigilanza e Controllo e Consiglio d’Amministrazione)".

"Venga ripristinato il diritto di voto"

"Sono solo due richieste per le quali basterebbe apportare modifiche allo statuto societario, al fine di avvicinare finalmente la gestione del servizio idrico al pieno recepimento dell’esito referendario del giugno 2011, cui andrebbe poi aggiunto il dolente aspetto delle tariffe. Infine, ci sentiamo di dare un ultimo suggerimento (stavolta Alfa S.r.l. non ne è il destinatario): che venga ripristinato il diritto di voto per il Consiglio Provinciale, tolto dalla mano montiana nel 2012 che, sotto l’egida della “Spending Review”, ha favorito forme di Amministrazione territoriali legittimate da “elezioni provinciali di secondo livello” dove gli elettori non sono le/i cittadine/i della provincia, ma i sindaci da loro eletti. Come se anche la Provincia di Varese fosse un’Amministrazione privata eletta dai propri “soci”. Questo permetterebbe che anche l’accentramento di gestioni, come quello idrico, ma valevole anche per un qualsiasi altro SPL, non si trasformi in un club ma torni ad essere portatore di interessi pubblici, a servizio del cittadino, pienamente consapevole della propria Amministrazione eletta direttamente".

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