in scena ad uboldo

La storia della "prima vita" di Gianni Rodari e gli anni del ventennio fascista

“Io, il Favoloso Gianni”, attraverso la storia di Rodari, diventa un altro modo più leggero, ma non per questo meno profondo, di raccontare la storia “vera” del periodo fascista

La storia della "prima vita" di Gianni Rodari e gli anni del ventennio fascista
Pubblicato:

“Io, il Favoloso Gianni” lo spettacolo teatrale in scena Venerdì 24 Gennaio al Teatro San Pio di Uboldo, scritto e interpretato da Alessandro Colombo con la consulenza editoriale di Sara Hamcho ed edito da Macchione, racconta, i primi 23 anni di vita di Gianni Rodari. Che, guarda caso, coincidono con il ventennio fascista, visto che vanno dal 1920, anno di nascita di Rodari, al 1943, ultimo anno di insegnamento come maestro elementare.

La storia della "prima vita" di Gianni Rodari e gli anni del ventennio fascista

Ventitrè anni che coincidono con l’ascesa al potere e la caduta di Benito Mussolini. E che raccontano la trasformazione del giovane Rodari: dal cattolicesimo all’antifascismo fino al comunismo, passando dal Seminario alla Bandiera Rossa…

Un Rodari che, dopo aver frequentato l’Azione Cattolica diventa Comunista imparando, quando si doveva cantare “Giovinezza”, a mescolare nel coro le parole dei sovversivi: “Delinquenza, delinquenza, del fascismo sei l’essenza col delitto e la violenza tu oltraggi la civiltà.”

Un Rodari che, viste le difficoltà economiche della famiglia, passa dal Ginnasio alle magistrali per diventare insegnante e poter iniziare a lavorare presto. E, come tutti gli insegnanti in quel periodo, è costretto a prestare giuramento al partito e a iscriversi alla GIL, la Gioventù Italiana del Littorio, l’organizzazione unitaria delle forze giovanili del regime fascista.

La vita sotto il regime fascista

Conosceremo una scuola dove gli scolari sono inquadrati a seconda dell’età in Figli della lupa, Balilla, Piccole Italiane, Avanguardisti, Giovani italiane, Giovani fascisti.
Dove programmi e testi scolastici vengono vagliati da un’apposita commissione che ha abolito tutti i libri che non allineati alla nuova ideologia.

E dove gli insegnanti sono costretti a celebrare e onorare diverse ricorrenze con un’apposita spiegazione, con l’assegnazione di un tema, lavori manuali o, udite, udite, con raccolte di materiali utili al fronte: denaro, lana, ferro, rame, grano. Si va da tutti gli anniversari di compleanno, morte e nascita dei componenti della famiglia reale, alle fatidiche date celebrative della nascita e delle conquiste dell’Impero fascista.

Insomma, una scuola che altro non è che lo strumento più efficace per promuovere il fascismo, per forgiare i nuovi italiani pronti a credere, obbedire, combattere, annullando l’individualità della coscienza.

La storia dello spettacolo che attraversa gli anni del fascismo

Ecco che allora “Io, il Favoloso Gianni”, attraverso la storia di Rodari, diventa un altro modo più leggero, ma non per questo meno profondo, di raccontare la storia “vera” del periodo fascista in Italia lontano da pregiudizi e giudizi.

Lo spettacolo è portato in scena dalla Cooperativa Fiore che ride. Sul palco, assieme ad Alessandro Colombo che interpreta il giovane Rodari, Silvia Chiaravalle che interpreta alcune tra le più belle poesie e filastrocche di Rodari. E poi Giulia Boretti che interviene cantando alcuni brani su poesie di Rodari e che è accompagnata alla chitarra da Flavio Milan, che si occupa anche del commento musicale e della regia. La regia audio e luci è affidata a Graziano Dalla Valle.

Commenti
Lascia il tuo pensiero

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Seguici sui nostri canali