Il dottor Bertelli saluta i pazienti: "Mi mancheranno, ma è giusto far largo ai giovani"
Dopo 43 anni un altro dei camici storici della città e dei fondatori del centro medico di via Isonzo è andato in pensione. "Ho amato ciò che ho fatto e mi viene difficile immaginare la mia vita al di fuori dell’ambulatorio"

Un’altra pietra miliare della medicina tradatese va in pensione: il 30 aprile è stato l’ultimo giorno di lavoro per il dottor Francesco Bertelli, che per una vita intera si è dedicato ai suoi pazienti di Abbiate e Tradate.
Tradate, Bertelli lascia il camice
"La medicina è stata la passione della mia vita".
Il dottor Bertelli risponde così quando gli si chiede di riassumere quella che è stata non soltanto una carriera professionale, ma una scelta di vita.
Non si tratta certo di una frase di circostanza, perchè il dottor Bertelli ha dimostrato giorno dopo giorno il suo profondo attaccamento verso la sua professione, restando in servizio fino a 71 anni dopo aver rimandato il momento del pensionamento per ben due volte.
"Sembra strano, eppure sono già passati 43 anni dall’agosto del 1982, quando ho iniziato questo lungo percorso che ho portato avanti finchè i limiti d’età e le mie condizioni di salute me lo hanno consentito. Ho amato ciò che ho fatto e mi viene difficile immaginare la mia vita al di fuori dell’ambulatorio da adesso in poi: so che mi mancherà il contatto con i miei assistiti, ma è giusto fare largo ai giovani".
Il centro medico
Il dottor Bertelli è stato tra i fondatori (assieme ai colleghi Marco Cambielli, Giuseppe Riva, Renzo Imperiali, Giuseppe Bascialla, Massimo Laporta, Luigi Luce e Stefano Villa) della medicina di gruppo di Tradate, con la coraggiosa, e per l’epoca avanguardistica, scelta di aprire uno studio medico condiviso nei locali di via Isonzo.
"La decisione di far convergere i nostri ambulatori in un unico luogo è nata da una profonda sintonia, sia a livello umano che professionale, tra noi medici e dalla volontà di fornire un’assistenza continuativa ai nostri pazienti", spiega ripercorrendo la genesi di un modello di sanità territoriale che ha fatto scuola sul territorio.
Dal 2004 ad oggi, infatti, il centro medico è stato un punto di riferimento non soltanto per i pazienti, ma anche per i tanti tirocinanti universitari ed i giovani medici che sono passati da via Isonzo per sostituzioni e incarichi temporanei.
Un lavoro trasformato
"In questi anni sono cambiate molte cose: la professione ha preso una piega molto più tecnologica e informatizzata, gli afflussi sono aumentati notevolmente e certamente tutto questo ha cambiato il rapporto tra medico e pazienti. La figura del medico di base che conosce ogni aspetto del paziente e della sua famiglia (anche al di là dello stato di salute) non è più immaginabile, ma si tratta dell’inevitabile evoluzione dei tempi e della società, che richiede competenze e modalità operative nuove in grado di adeguarsi alle nuove sfide e necessità della medicina. Una cosa che non è cambiata è l’attenzione e la professionalità di chi indossa il camice. La dottoressa Giulia Bianchini che è subentrata sul mio posto vacante è molto scrupolosa e competente e così anche gli altri giovani medici e tirocinanti che in questi anni sono passati dal centro medico".
Largo ai giovani
Passaggio di testimone compiuto, con gli auguri di buon lavoro e parole di grande fiducia nelle nuove leve:
"Quando è stato necessario, noi della vecchia guardia abbiamo messo a disposizione la nostra esperienza, ma chi prende il nostro posto sa bene come muoversi in questo mestiere. Sono felice e sereno nel lasciare il testimone nelle mani di giovani entusiasti e capaci: sono certo che grazie al loro contributo il centro medico continuerà ad evolversi, adeguandosi alle nuove necessità dei tempi, continuando però a restare un punto di riferimento per i tradatesi e per il territorio".