Riconoscimenti

Giovanni Pietrobelli è maestro del lavoro

«Compatibilmente con i costi si cerca di mandare avanti un mestiere con dedizione e cura dei particolari»

Giovanni Pietrobelli è maestro del lavoro
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Non si chiamava ancora «operatore su aree pubbliche» il lavoro che ha cominciato ben prima del 1982 Giovanni Pietrobelli. Ma da quella data conta la sua iscrizione alla confcommercio e il conseguente superamento dei 40 anni d’attività. Prima di quell’anno Giovanni era coadiuvante nella bancarella gestita da papà Giuseppe (attività per lui cominciata nel 1955), e ora è affare di famiglia visto che con il fratello Daniele gestisce i due autonegozi di proprietà per 11 mercati la settimana considerando i territori di Varese e Como.

Importante riconoscimento per Giovanni Pietrobelli

A 61 anni Giovanni, fresco di medaglia d’oro alla premiazione annuale per i maestri del commercio, la pensione appena raggiunta va già stretta e per questo proseguirà il suo pellegrinaggio settimanale.
Come spiega il commerciante carnaghese: «Il riconoscimento fa certamente piacere perché ottenuto grazie alle normative sempre rispettate e alla riconoscenza per il lavoro di qualità svolto». Proprio quest’ultima è l’elemento che fa la differenza in un mondo, quello dei marcati cittadini, certamente non nel suo momento storico migliore.

Si va avanti con sacrificio e dedizione

«I clienti sono sempre meno visto che le nuove generazioni hanno tempo per muoversi solo nel weekend. Compatibilmente con i costi si cerca di mandare avanti un mestiere che è fatto di dedizione e cura dei particolari. La qualità dei prodotti è l’ago della bilancia se non avessimo tenuto alta la nostra offerta saremmo spariti da tempo in un settore che vede una concorrenza sempre maggiore».

L'appello alle Amministrazioni

Da veterano del settore una piccola tirata alle orecchie per le amministrazioni comunali arriva visto che spesso si vede il proliferare di ipermercati che non portano i benefici attesi al territorio. «Qui da noi, come anche a Como, la situazione non è facile ma in altre zone d’Italia il commercio di prossimità è ancora un’opportunità. Posso parlare di un settore difficile non perché sia di carattere pessimista ma è la realtà che ci circonda ad essere mutata. Negli ultimi decenni molti Comuni hanno avallato l’istituzione di troppe realtà ma non siamo all’interno di megalopoli che giustificano tutte queste grandi distribuzioni. Ogni punto vendita che apre fa sparire il negozio di prossimità che erano un tempo il tessuto che univa le comunità e questo è un peccato».

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