Tradate

Giorno del Ricordo, Prestinoni: "Fu vendetta atroce e ingiusta, celebrazione è un patrimonio come la Liberazione"

Il capogruppo dem: "Fu un massacro da condannare senza esitazioni, errore considerarlo un contraltare della Festa della Liberazione"

Giorno del Ricordo, Prestinoni: "Fu vendetta atroce e ingiusta, celebrazione è un patrimonio come la Liberazione"
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Nell'impossibilità di svolgere manifestazioni pubbliche a causa del Covid, ieri sera, giovedì 10 febbraio, a Tradate si è celebrata una messa speciale in occasione del Giorno del Ricordo con la partecipazione dell'Amministrazione Comunale e dei rappresentanti delle Associazioni d'Arma cittadine

Il Giorno del Ricordo, un "patrimonio" di tutti

Tra i presenti alla celebrazione, anche il capogruppo del Partito Democratico Mauro Prestinoni. Di seguito riceviamo e pubblichiamo la sua riflessione:

"Ho partecipato al ricordo delle vittime delle foibe perché ritengo sia giusto oggi ricordare gli italiani vittime di questo massacro, un orrore e una tragedia generata dalla vendetta per le persecuzioni e le stragi compiute dai fascisti italiani, che occupavano la Yugoslavia, contro gli slavi.

Il massacro delle foibe è da condannare senza esitazioni e ancora una volta dimostra come la guerra è solo distruzione e tragedia e come la vendetta, in assenza della Giustizia, accentua ancora di più orrori e dolore perché colpisce le persone più deboli, indifese e innocenti.

Dopo tanti anni di silenzio è giusto che si ricordino le vittime delle foibe, ma sarebbe un errore considerare questo sacrosanto ricordo un contraltare alla celebrazione del 25 aprile, anniversario della Liberazione.

Il 25 aprile si celebra la Liberazione dell'Italia dalle truppe nazifasciste che hanno commesso crimini orrendi e stragi di civili in ogni parte d'Italia e si celebra soprattutto il ritorno della democrazia nel nostro Paese grazie alla lotta dei Partigiani e alle truppe Alleate.

La memoria della tragedia delle foibe è ricordare centinaia di italiani colpevoli solo di essere italiani che hanno subito una vendetta atroce, orrenda e ingiusta come reazione a quanto i fascisti provocarono in quelle terre.

Sarebbe un grande passo di maturità per il nostro Paese se tutti unanimemente riconoscessimo i fatti per quello che sono, considerassimo queste due celebrazioni un “patrimonio” di tutti e ne traessimo insegnamento per costruire e non per distruggere".

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