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Gioco d'azzardo, i Comuni varesotti vincono al Tar: legittimi i limiti orari alle slot

Per i giudici amministrativi "non sembra irragionevole né sproporzionato imporre limitazioni ad attività economiche riconosciute scientificamente pericolose alla salute"

Gioco d'azzardo, i Comuni varesotti vincono al Tar: legittimi i limiti orari alle slot
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Respinto dai giudici del Tar Lombardia il ricorso avanzato dagli operatori del gioco d'azzardo contro i limiti orari disposti per slot e videolottery dai Comuni di Brezzo di Bedero, Lavena Ponte Tresa, Luino, Cunardo, Maccagno e Marchirolo.

Ricorso respinto: i Comuni possono limitare gli orari del gioco

I sei Comuni avevano infatti emesso delle ordinanze sindacali con cui imponevano lo stop alle slot dalle 7.30 alle 9.30, dalle 12 alle 14 e dalle 19 alle 21.

Come riporta Agipronews, nelle undici sentenze pubblicate oggi, mercoledì 23 febbraio, il Tar ricorda che il potere dei sindaci "a fini di tutela della salute e della quiete pubblica" legittima l'adozione di provvedimenti come quelli sui limiti orari.

"Allo stato attuale delle conoscenze, non sembra irragionevole né sproporzionato imporre limitazioni ad attività economiche riconosciute scientificamente pericolose alla salute", scrivono ancora i giudici, sottolineando che non si tratta di introdurre "una sorta di 'proibizionismo'", ma di una regolamentazione "in corrispondenza di luoghi particolari e di particolari fasce orarie a più alta fruibilità di esercizi di gioco". Il Collegio si sofferma poi sulla particolarità degli apparecchi da gioco, che "comportano una 'relazione' diretta con il giocatore" che può favorire il gioco compulsivo, a differenza di altri prodotti. Tali modalità di fruizione "giustificano una diversa disciplina volta a contenere fenomeni di ludopatia".
Per quanto riguarda l'istruttoria alla base degli atti, il Tar rileva che le ordinanze non si fondano "su elementi astratti riferiti al fenomeno in termini generici, contestualizzando invece la situazione in relazione al territorio". Respinta anche la tesi degli operatori secondo cui i Comuni avrebbero dovuto stabilire i limiti orari in accordo con l'Agenzia Dogane e Monopoli: tale previsione, contenuta nell'Intesa sul gioco del 2017 siglata tra Stato ed enti locali, non può essere tenuta in considerazione visto che tale Intesa non è mai stata attuata da un decreto del Mef.

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