Cronaca

Gerenzano, il messaggio contro il bullismo di una mamma

Claudia Scrufari, mamma e membro del Consiglio d’Istituto del comprensivo gerenzanese, racconta quanto successo al Parco degli Aironi.

Gerenzano, il messaggio contro il bullismo di una mamma
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Gerenzano, Claudia Scrufari, mamma e membro del Consiglio d’Istituto del comprensivo gerenzanese, tiene a lanciare un appello contro il bullismo, raccontando l’episodio che è capito alle sue figlie e a un’amica al Parco degli Aironi nel weekend.

Gerenzano, il messaggio contro il bullismo di una mamma

«Si sono dilettate a creare delle piccole torri di pietra decorative, su un muretto, poco distante dallo stagno delle rane. Sembrava tutto tranquillo, qualcuno si è avvicinato per dei complimenti, altri hanno fotografato. Peccato che un gruppetto di altri bambini ha cercato, in maniera indisponente, di spazzare via il loro lavoro. Prima li ho invitati a unirsi alle bambine,  ma si sono allontanati stizziti, per poi tornare più numerosi con altri leggermente più grandi. Dopo avere tentato di distruggere la diga, hanno buttato giù le torrette. Indifferenti al mio richiamo e alla presenza dei genitori di uno di loro, che hanno osservato la scena senza dire nulla», racconta, puntualizzando: «Mi occupo di lotta al bullismo già all’interno della scuola e questa volta sono rimasta più delusa che arrabbiata. Ritengo che manchino completamente l’educazione al rispetto, la voglia di costruire, l’abitudine al bello, l’idea di bene comune che sono alla base di un vivere civile e democratico. La risposta deve venire dalla società che può essere di supporto alle famiglie, che evidentemente non riescono più a gestire il rapporto con i loro figli». Ed entrando nel merito del bullismo: «Tali fenomeni in determinati casi possono costituire la violazione di diverse norme della Costituzione, del codice civile e del codice penale. Tra questi, a titolo esemplificativo, vi sono il reato di percosse, lesioni, danneggiamento alle cose, ingiuria, diffamazione, molestia o disturbo alle persone. La famiglia può essere determinante nella diffusione di un atteggiamento mentale e culturale che consideri la diversità come una ricchezza e che educhi all’accettazione, alla consapevolezza dell’altro, al senso della comunità e della responsabilità collettiva». E infine: «Non ci si deve meravigliare dei comportamenti delle baby gang, che hanno radici profonde, partono dalla tenera età e sono di facile individuazione. Per questo tali fenomeni vanno fermati da subito».

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