Gerenzano

"Aiutate il nostro Paese devastato da una guerra folle"

Le parole di Vera Kostiak, di Gerenzano: "Mio padre non vuole fuggire, ci ha risposto che preferisce morire piuttosto che lasciare l’Ucraina in mano alla Russia"

"Aiutate il nostro Paese devastato da una guerra folle"
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Sono numerose le testimonianze e i racconti di cosa sta succedendo in Ucraina, raccontate da chi, nel nostro territorio, ha costruito una vita ma lasciando la famiglia nel Paese dell'Est Europa. Testimonianze come quella della gerenzanese Vera Kostiak, raccontata su La Settimana di Saronno di venerdì 4 marzo.

La gerenzanese Vera: "Aiutate il nostro Paese"

"Ci sentiamo impotenti di fronte alle immagini drammatiche che arrivano dalla nostra amata Ucraina. Mia sorella, con una bambina di soli 6 anni, ha dovuto lasciare tutto ed è scappata verso la Polonia per mettere in salvo la sua piccola, garantendole un futuro migliore, mentre mio padre è rimasto lì: non vuole infatti abbandonare la sua casa e la sua terra ed è pronto anche a combattere e a mettere a rischio la vita per la libertà del suo Paese".

E’ questa la testimonianza, carica di disperazione, di Vera Kostiak, operatrice socio sanitaria per la Fondazione Don Gnocchi a Malnate, residente a Gerenzano e sposata dal 2014 con Luca Scaperrotta, con cui l’amore è sbocciato nell’ormai lontano 2008.

"Sono giorni terribili. Io, mia figlia di 17 anni e mio marito Luca siamo molto preoccupati per i nostri cari e per tutto il popolo ucraino. Non riusciamo neanche a dormire alla notte e ogni volta che mio padre non risponde al telefono sprofondiamo nel terrore. E’ bruttissima la sensazione di non sapere cosa possa succedere da un momento all’altro alle persone a cui vuoi bene, come i tanti amici e parenti che per giorni non riusciamo a contattare. Quando poi finalmente rispondono è un sollievo per il cuore", confessa, rivelando che a breve potrà finalmente riabbracciare la sorella: "Ora è al sicuro da un’amica in Polonia e presto arriverà in Italia, dove l’accoglieremo. Inizialmente voleva ritornare in Ucraina dopo aver messo in salvo la figlia, ma l’abbiamo fatta ragionare e anche lei si fermerà al sicuro nella nostra casa. La loro vita è però ormai stravolta: si era appena laureata in Economia e qui non so che cosa farà, perché i suoi studi in Italia non sono riconosciuti. Di recente ha già vissuto il dramma della perdita del marito in un tragico incidente e non meritava di vivere questo ennesimo dolore". Non c’è invece stato verso di convincere il padre: "Ci ha risposto che preferisce morire piuttosto che lasciare l’Ucraina in mano alla Russia. Per fortuna vive vicino a Leopoli, a ovest, in una zona al momento tranquilla di campagna, ma siamo comunque preoccupati. Inoltre, nonostante i suoi 62 anni, da ex militare potrebbe anche decidere di andare a combattere".

"Il popolo ucraino sa cosa vuol dire vivere sotto il regime russo"

Vera e Luca hanno partecipato nello scorso weekend alle manifestazioni pacifiste di Milano per esprimere il loro deciso "no" alla guerra: "Il popolo ucraino vuole la democrazia e la libertà. Ha già sperimentato in passato cosa si prova a vivere sotto il regime russo e non vuole tornare indietro".

Oltre alla disperazione tanta è la rabbia:

"Fa male vedere il sacrificio di tanti nostri connazionali, che hanno lasciato il loro Paese per cercare fortuna all’estero, distrutto in un secondo dalle bombe frutto della crudeltà umana. C’è chi, come Vera nel 2007, ha dovuto salutare gli affetti per trasferirsi in un Paese che non conosceva, adattandosi ai lavori più umili anche se altamente specializzati. Lo hanno fatto per il bene dei loro cari perché l’Ucraina è povera e gli stipendi sono bassissimi, mentre con un salario europeo, per quanto piccolo per i nostri standard, avrebbero mantenuto intere famiglie. Anche a chilometri di distanza hanno però sempre portato nel cuore le loro origini e per questo oggi stanno male nel vedere la loro terra invasa". E ancora: "Dopo due anni di Covid quest’anno avremmo tanto voluto ritornare in Ucraina per abbracciare i nostri affetti, ma questa ingiusta guerra ce lo impedirà".

Mentre gli Occidentali sono rimasti increduli di fronte a un assedio così violento, il popolo ucraino purtroppo se lo aspettava e ora chiede l’aiuto delle altre nazioni:

"Putin odia la nostra idea di libertà. Eravamo certi che prima o poi ce l’avrebbe fatta pagare, tentando di imporre un governo fantoccio come in Bielorussia. I grossi problemi sono iniziati nel 2014, ma finora tutte le potenze ci hanno lasciati soli a combattere, nessuno ci ha aiutato a difendere la nostra volontà di sentirci indipendenti e anche europei. Per fortuna possiamo contare su Zelens'kyj, un presidente coraggioso che non si arrenderà mai e che lotterà per difendere la libertà di tutti, anche di quelli che vivano a est del Paese che, al contrario di quanto si pensa, non è vero che sono tutti dalla parte di Putin e della Russia. La sua resistenza, e quella dell’intero popolo, è ammirevole. Non lasceremo in mano ai russi la nostra ricchezza e tutte le risorse economiche che il nostro Paese offre. Ai tempi dell’Unione Sovietica eravamo tenuti dal governo centrale nella povertà, oltre che all’oscuro di tutto quello che realmente accadeva, e non vogliamo più tollerarlo. Se Putin crede che l’Ucraina diventi una dependance del suo impero ha proprio sbagliato. Preferiamo vivere liberi in Europa che tornare sotto un regime".

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