Cerimonia

Cittadinanza onoraria saronnese al Milite Ignoto

Il discorso del sindaco Airoldi: "Ci aspettano tempi difficili, non solo per la pandemia. Fondamentale l'insegnamento del MIlite Ignoto, lo spirito di sacrificio per il bene collettivo"

Cittadinanza onoraria saronnese al Milite Ignoto
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Dopo il via libera del consiglio comunale, anche la Città di Saronno ha conferito la cittadinanza onoraria al milite ignoto. Ieri, martedì 21 dicembre, la cerimonia al Monumento ai Caduti e via streaming.

Al Milite Ignoto la cittadinanza onoraria di Saronno

In tempo per i cento anni, che cadevano proprio nel 2021, anche Saronno si è aggiunta al lungo elenco di paesi e città che hanno deciso di aderire alla campagna delle associazioni d'arma nazionali conferendo la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto, il soldato senza nome caduto nella Prima Guerra Mondiale e seppellito a Roma all'Altare della Patria.

Un gesto dal fortissimo valore simbolico, in un'Italia lacerata dal primo conflitto mondiale. Vennero scelte undici salme, mai riconosciute, e fu Maria Bergamas, una delle tantissime madri che videro partire ma mai tornare figli e mariti al fronte a scegliere quale sarebbe stata tumulata a Roma.

"Una storia che resterà incisa nel tessuto culturale e sociale dell’Italia negli anni seguenti e che abbiamo ricordato lo scorso 4 novembre, a 100 anni di distanza - ha ricordato il sindaco AugustoAiroldi - L’omaggio postumo al soldato senza nome, inizialmente concepito come forma di consolazione per chi ne dovette sopportare la perdita, fu anche un potente simbolo di coesione sociale e nazionale in un momento storico di grandi rivolgimenti politici. Francia e impero britannico inaugurano i loro monumenti l’11 novembre 1920, l’Italia il 4 novembre 1921, gli Stati Uniti lo fecero una settimana più tardi".

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Perchè celebrare e ricordare

"Perché allora, oggi, un secolo dopo, è importante celebrare un simbolo legato a ciò che Benedetto XV ebbe a definire l’“inutile strage”? Perché è importante che una comunità come la nostra attribuisca al milite ignoto il più alto riconoscimento possibile, quello di accoglierlo al proprio interno? - ha chiesto il sindaco - Credo ci aspettino tempi difficili: non necessariamente un grande conflitto convenzionale, ma qualcosa che metterà in crisi un modello di vita che pensavamo fosse ormai consolidato. Sta già accadendo con la pandemia, che contrastiamo ormai da quasi due anni e che ancora condiziona pesantemente la nostra vita, come questa sera abbiamo modo di verificare. Accade e accadrà sempre di più con la ineludibile lotta ai cambiamenti climatici, indispensabile per evitare che il pianeta sul quale viviamo ci divenga inesorabilmente ostile.

C’è e ci sarà bisogno di spirito di sacrificio. Sarà necessario condividere l’idea di un bene comune da perseguire anche rinunciando a qualcosa della propria individualità: “siamo tutti sulla stessa barca” è forse l’espressione che più compiutamente sintetizza la comune condizione dell’intera stirpe umana.

Il messaggio più sublime che può venire dalla tomba del milite ignoto, ritengo sia coerente con questa comune condizione: un secolo fa ci sono stati giovani capaci di sopportare condizioni estreme, e di esporsi al pericolo fino ad affrontare la morte, pur consapevoli che il loro contributo personale era poco più di una goccia in un mare in tempesta.

Il sacrificio non come affermazione del proprio ego, dunque, ma come consapevole rinuncia ad esso in nome di uno sforzo collettivo e condiviso, in nome di un supremo bene comune. È questo che rende l’uomo degno per sempre di memoria, anche se ha perso il suo nome".

L'impegno delle donne

Memoria non solo degli uomini del fronte caduti sotto il fuoco nemico ma anche di chi ha sorretto il Paese negli anni della guerra: le donne. Airoldi le ha ricordate con le parole dello storico Zani:

"Il contributo femminile alla guerra è stato, essenzialmente, un’opera di assistenza civile, sia nelle grandi città sia nei piccoli comuni, in un paese in cui non esisteva l’assistenza pubblica e non c’erano sistemi di protezione per le fasce deboli della popolazione. Le donne hanno sostituito gli uomini, mandati al fronte, nelle campagne e nelle fabbriche, negli uffici e nel terziario. Il fronte interno ha retto tre anni di guerra grazie alla mobilitazione femminile. E non dimentichiamo le donne in prima linea: dottoresse, infermiere e le celebri “portatrici carniche”. Le donne italiane che avevano perso un congiunto poterono quindi piangere, in quello sconosciuto soldato, il proprio figlio, o marito o padre o fratello".

Una cittadinanza che arricchisce la comunità

"La Grande Guerra è stato il conflitto più sanguinoso della storia e un’esperienza epocale che si è impressa in modo indelebile nell’immaginario collettivo. È questo il significato ultimo del fare memoria del Milite Ignoto: ricordare quei sacrifici e ricordare quanti vissero, patirono e morirono in obbedienza al comandamento del dovere di ciascuno verso la collettività. Ricordare il Milite Ignoto significa quindi riscoprire la comunità ideale di cui si fa parte. Significa rafforzare l’impalcatura ideale che sorregge la struttura della nostra comunità nazionale, sottolinearne l’identità e alimentare il senso di appartenenza. Scegliere di attribuire al Milite ignoto lo status di cittadino significa essere consci che questo gesto arricchisce l’intera comunità dei saronnesi.

Il Consiglio comunale della città di Saronno è riunito, questa sera, in seduta straordinaria, per deliberare a seguito della proposta che ho avanzato di adesione all’iniziativa promossa da ANCI, Gruppo Nazionale Medaglie   d’Oro   al V.M., Assoarma e Ministero della Difesa per il conferimento della cittadinanza onoraria di Saronno al Milite Ignoto.

L’espressione unanime della massima assemblea elettiva cittadina sia la inequivocabile testimonianza di una comune volontà dei saronnesi: quella di accoglierlo al nostro interno, cittadino tra i cittadini, saronnese tra i saronnesi, uno di noi".

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