Una slavina ferma la traversata del Sentiero Italia del varesotto Elia Origoni
Era partito a febbraio per attraversare il più lungo e selvaggio dei sentieri del CAI, il leggendario Sentiero Italia

Era partito quasi 100 giorni fa, 98 per la precisione, dalla Sardegna. L'avventura di Elia Origoni, 29enne di Vedano Olona si è interrotta a causa di una piccola slavina che lo ha sorpreso alle pendici del monte Prado, la montagna più alta della Toscana, rompendogli due costole.
A piedi lungo il Sentiero Italia: l'impresa di Origoni
L'obiettivo rasentava l'epico: percorrere tutto il Sentiero Italia, il più selvaggio del Belpaese e il più lungo al mondo, in solitaria. Niente tecnologia, niente tracciati Gpx. Solo mappe cartacee, buon equipaggiamento e un passo davanti all'altro. E un cellulare, da usare solo per raccontare settimana dopo settimana il suo cammino, oltre al segnalatore GPS in caso di emergenza.
Un viaggio di oltre 7000 chilometri, da Santa Teresa di Gallura a Muggia, in Friuli Venezia Giulia, attraversando 20 regioni e superando Appennini e Alpi. Tutta la sua "casa" nello zaino, con sè solo l'essenziale per un viaggio in "analogico", alla vecchia maniera, da esploratore.




Alla sfida il varesotto Elia Origoni si preparava dal 2015, quando ideò "In Solitaria 2021", un'avventura patrocinata dal Cai per la parte "su terra", dalla Federazione Italiana Canottaggio per i tratti via mare e sostenuta con una raccolta fondi. Il "programma" (per quanto si può realmente programmare un'avventura di questa portata) sarebbe dovuta durare 800 giorni. Si è interrotta a 98, in Toscana, dopo aver superato la Sardegna, remato fino alla Sicilia per cinque giorni, raggiunto la Calabria e da lì esser risalito appunto fino alla Toscana.

La slavina e i soccorsi
Lo stop è arrivato sabato. Lo racconta Origoni sulla sua pagina Facebook, insieme al suo sito il luogo dove in migliaia lo hanno seguito, da casa, lungo il viaggio.
Giorno 98 | Rischi e imprevisti fanno parte del gioco.
Sabato, attraversando le pendici del Monte Prado, sono stato travolto da una "piccola" slavina, staccatasi 50 metri sopra di me.Un braccio e la testa fortunatamente sono rimasti liberi di muoversi, e riuscivo a respirare. Con piccoli movimenti sono poi riuscito a liberare anche l'altro braccio, e infine staccarmi lo zaino, che era rimasto fuori dalla neve. Grazie allo SPOT (localizzatore GPS di emergenza) sono riuscito a chiamare i soccorsi, visto che il telefono era disperso nella neve. Lentamente, poi, con un bastoncino ho iniziato a rompere la neve che mi schiacciava le gambe contro un albero...ci sarà voluta più di un'ora.
Appena libero, aspettando speranzoso l'arrivo dei soccorsi (le nuvole e la nebbia non promettevano bene nell'arrivo dell'elicottero...), mi sono infilato nel sacco a pelo, cercando di riscaldare le parti del corpo che avevano preso più freddo.
E alla fine il rumore inconfondibile del Drago del Vigili del Fuoco, che individuatomi, mi han portato via.
Si è risolto quindi nei migliori dei modi, con due costole rotte e un po' di contusioni.
Per ora non voglio fare previsioni sul futuro, penso solo a guarire e a rimettermi in piedi. Il resto si vedrà!
Lo spirito è comunque in ottime condizioni...vi terrò aggiornati!!
(Foto in copertina e nell'articolo dalla pagina Facebook di Origoni)