Saronno

Il museo delle Industrie e del lavoro del Saronnese riapre i battenti

 Da martedì 4 maggio con ingresso contingentato, massimo 15 visitatori

Il museo delle Industrie e del lavoro del Saronnese riapre i battenti
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Si scaldano i motori, il 4 maggio riapre al pubblico il museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (MILS). L'ingresso, in base alle disposizioni anti Covid, sarà limitato ad un massimo di 15 visitatori distribuiti nelle viarie sale.

Riapre il museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese

 

Il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese (M.I.L.S.) riapre a partire da martedi 4 Maggio con i seguenti orari :
Martedì pomeriggio: dalle 15 alle 17
Giovedì pomeriggio: dalle 14:30 alle 16:30
Sabato pomeriggio: dalle 15 alle 18
Domenica: dalle 09 alle 12 e dalle 14:30 alle 18:30

 Ingresso limitato, visite di gruppo su prenotazione

L’ingresso sarà limitato a un numero massimo di 15 visitatori opportunamente distribuiti fra le varie sale e la visita sarà consentita solo se muniti di mascherina e nel rispetto delle norme comportamentali atte a garantire la massima sicurezza dei visitatori e del personale. .
Le visite di gruppo sono ammesse solo con prenotazione da fare via e-mail (milsmuseo@gmail.com) oppure telefonicamente al numero 02 9607459 durante gli orari di apertura del Museo (vedi sopra).

 

 

Come nacque e cosa offre il museo

Dopo una mostra, allestita nel 1996, dedicata alle antiche attività industriali della zona di Saronno, venne presa la decisione di utilizzare il materiale realizzando un apposito museo. Negli anni si è sviluppato e allargato e2013 un'ala del museo è stata dedicata a Luigi Lazzaroni, imprenditore del settore alimentare, tra i promotori del museo, scomparso nel 2012.

A partire dal 1998 il museo ha acquisito, grazie a donazioni, una collezione di documenti, prodotti e macchinari provenienti dalle principali aziende attive nel territorio, in particolare nei settori della meccanica, delle ferrovie, in quello tessile e in quello alimentare. Molte delle fabbriche rappresentate hanno avuto, nel Novecento, una presenza in città che è andata ben oltre la semplice funzione produttiva, facendosi anche promotrici di iniziative sociali e urbanistiche, molte delle quali ancora oggi individuabili nel tessuto urbano[5].

Tra le aziende principali ci sono Averone Borsani, Costruzioni Meccaniche di SaronnoCemsa, Cotonificio Cantoni De Angeli FruaCotonificio Poss, Davide Lazzaroni, EBI Buti, FIMI-Phonola; Liquorificio Saronnese Fontana, Fonderie e Officine di Saronno, Gianetti, INCIS, Isotta Fraschini, Lesa; LUS Legnani Umberto Saronno; Menning&Torley, Molino Canti, Parma, Paolo Lazzaroni. Particolare è il ruolo delle Ferrovie Nord Milano, che ebbero in Saronno non solo un nodo fondamentale della rete, ma anche le principali officine per la manutenzione di materiale rotabile e locomotive a vapore. Vi sono esposti oltre che alcuni carri merci e veicoli di servizio anche il primo locomotore elettrico (1928) e una delle prime elettromotrici che con l’adiacente carrozza pilota formavano i primi convogli bidirezionali (1929).L'Istituto Padre Monti è rappresentato come realtà produttiva perché comprende fin dalle origini anche una casa editrice con tipografia.

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