Cercano di vendere guanti medici rubati in un'azienda: gli "acquirenti" però sono i carabinieri
Nove persone denunciate per ricettazione: erano ignare di star cercando di vendere la refurtiva all'Arma

Hanno cercato di mettere in vendita all'estero dispositivi di protezione rubati da un'azienda della provincia di Varese: i carabinieri della Compagnia di Saronno si sono finti imprenditori interessati all'acquisto, riuscendo così a stanare e denunciare 9 persone.
Dispositivi di protezione rubati in vendita per 100mila euro
Nove persone denunciate per ricettazione e refurtiva restituita al proprietario. Tutto ha avuto inizio nella notte tra il 10 e l’11 febbraio scorso quando, ignoti, dopo aver neutralizzato il sistema di allarme avevano svaligiato un’azienda della provincia che commercia in prodotti sanitari.




Un bottino ingente, costituito da guanti in nitrile (particolarmente ricercati sul mercato a causa dell'emergenza Covid) per un totale di 90mila euro.
Indagini e intuito dei carabinieri di Carnago
I Carabinieri della Stazione di Carnago hanno subito avviato le indagini e controllando anche i possibili canali di ricettazione hanno individuato una proposta d’acquisto dall’Italia presso una ditta svizzera che commercia gli stessi prodotti. Fingendosi imprenditori interessati all’acquisto quindi i militari sono riusciti a procurarsi alcune immagini del prodotto che per modello, marca e numero di lotto corrispondevano a quelli oggetto di denuncia di furto.
Finti acquirenti, veri carabinieri
Una volta ottenute tutte le conferme necessarie i militari hanno quindi preso appuntamento per il ritiro e il pagamento della merce, predisponendo insieme ai colleghi del Comando Compagnia di Saronno un servizio di osservazione e pedinamento. Dopo aver incontrato i venditori nei pressi dell’uscita autostradale di Lainate, con tanto di furgone al seguito che sarebbe dovuto servire per caricare la merce e guadagnata la fiducia dei venditori, i finti acquirenti sono stati condotti a circa trenta chilometri di distanza in un capannone che è risultato essere nelle disponibilità di un uomo di origini siciliane nel comune di Pieve Emanuele.
Appena accertata la presenza della refurtiva e dopo alcune battute sulle modalità di pagamento (in contanti ovviamente, 100mila euro) i Carabinieri si sono qualificati facendo così sfumare l’affare e recuperando l’intera refurtiva poi restituita al proprietario. Contestualmente, i militari hanno messo sotto sequestro altro materiale sanitario presente nel capannone anch’esso di probabile provenienza delittuosa, in attesa dei successivi accertamenti da parte dell’Arma del posto.
Le nove persone presenti e coinvolte nella vicenda, tra cui anche due cittadini di origini cinesi, sono stati denunciati per il reato di ricettazione.