l'appello

Le province unite per chiedere lo stop alla fuga dei dipendenti

“Per fermare la fuga dagli enti locali – ha detto Gandolfi - è necessario eliminare il tetto al salario accessorio per i dipendenti delle Province e degli enti locali"

Le province unite per chiedere lo stop alla fuga dei dipendenti
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Grido d'allarme riguardo la fuga dei dipendenti dagli enti pubblici e in particolari anche della Provincia di Varese.

Le province unite per chiedere lo stop alla fuga dei dipendenti

“Da anni come UPI lanciamo l’allarme sul grave depauperamento degli organici, che ha portato il totale dei dipendenti delle Province dalle 35 unità nel 2014 alle quasi 16 mila attuali. Questo decreto non solo non interviene a risolvere il problema, ma anzi introduce un nuovo ostacolo ad aggravare la crisi di personale nelle Province e in generale negli enti locali, consentendo il superamento dei limiti ai trattamenti economici accessori solo per dirigenti e dipendenti ministeriali, con 190 milioni di risorse aggiuntive. È evidente che così non si fa che aumentare quel gap retributivo, già più che evidente, tra dipendenti della PA centrale e dipendenti della PA locale”.

Lo ha detto il Presidente di UPI Pasquale Gandolfi, intervenendo in audizione alla Camera dei Deputati sul Decreto-legge “Disposizioni urgenti in materia di reclutamento e funzionalità delle pubbliche amministrazioni”.

“Per fermare la fuga dagli enti locali – ha detto Gandolfi - è necessario eliminare il tetto al salario accessorio per i dipendenti delle Province e degli enti locali, che causa una vera e propria discriminazione retributiva rispetto al resto del personale della PA. Ma occorre anche porre un limite, almeno triennale, alla possibilità dei neoassunti di fare ricorso alla mobilità, per evitare quel fenomeno che si verifica sempre più spesso di persone che utilizzano i concorsi delle Province per essere assunto nella PA e spostarsi poi nelle Regioni e nello Stato”.

“Per le Province – ha concluso il Presidente di UPI – resta poi l’urgenza di potenziare le strutture, attraverso assunzioni mirate di almeno 300 funzionari specializzati nella progettazione e realizzazione degli investimenti, nella gestione degli appalti anche a servizio dei Comuni. Ci auguriamo che il Parlamento colga queste proposte e che intervenga con modifiche mirate ad assicurare anche alle Province e agli enti locali le stesse opportunità che il decreto garantisce alla PA centrale”.

Magrini: “Senza un intervento sul personale, le Province rischiano il blocco”

“La fotografia del pubblico impiego in Italia è chiara: siamo il fanalino di coda in Europa per numero di dipendenti pubblici rispetto alla popolazione. Come ha riportato il Sole 24 Ore: l’Italia ha 5,7 impiegati pubblici ogni 100 abitanti, contro i 6,1 della Germania, i 7,3 della Spagna, gli 8,1 del Regno Unito e gli 8,3 della Francia (Gianni Trovati “Dipendenti pubblici, Italia ancora ultima fra i big europei”- 22 gennaio 2025). Non si tratta solo di numeri: servono competenze adeguate, figure tecniche qualificate e strumenti per attrarre nuovi talenti nella pubblica amministrazione locale. Le Province non possono più permettersi di perdere personale qualificato. Da anni assistiamo a un costante svuotamento degli organici. Le Province hanno competenze fondamentali, dalla manutenzione delle scuole superiori e delle strade provinciali alla tutela ambientale, dagli appalti all’attuazione del PNRR. Se non si interviene subito, il rischio concreto è che interi settori vadano in sofferenza e che i servizi ai cittadini ne risentano sempre di più. La digitalizzazione aiuta, ma da sola non basta: senza investimenti sul personale non si può garantire una pubblica amministrazione efficiente e vicina ai territori. Bisogna introdurre iniziative per garantire che le Province possano funzionare, come eliminare il tetto al salario accessorio per i dipendenti delle Province, perché non possiamo continuare a subire una disparità di trattamento rispetto alla PA centrale. Allo stesso tempo, va rivista la mobilità, introducendo un vincolo triennale per chi viene assunto, per evitare che le Province diventino solo un trampolino di lancio verso altri Enti. Chiediamo al Parlamento di modificare il decreto con misure concrete ed equilibrate: stipendi adeguati e nuove assunzioni per dare stabilità agli Enti locali prevedendo risorse certe e procedure semplificate per il reclutamento. Senza queste risposte, sarà difficile continuare a garantire servizi essenziali ai cittadini. Anche Provincia di Varese sposa e fa propria la voce fatta risonare all’Audizione presso le Commissioni riunite Affari Costituzionali e Lavoro del Presidente di UPI Pasquale Gandolfi per assicurare anche alle Province e agli enti locali le stesse opportunità che il decreto garantisce alla PA centrale”.

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