Al presidio ospedaliero di Saronno un gruppo contro i superbatteri killer
E' formato da operatori sanitari appartenenti a diverse discipline.
L’Ospedale di Saronno ha istituito il gruppo “antimicrobial stewardship”.
Un gruppo contro i superbatteri killer
L’Ospedale di Saronno, prendendo atto della gravità del problema legato ai superbatteri killer, ha istituito il gruppo “antimicrobial stewardship”.
Spiega la dottoressa Alba Sciascera, dirigente medico responsabile UOC Medicina presso il P.O. di Saronno:
“Questo team è formato da operatori sanitari appartenenti a diverse discipline – medici, infermieri, microbiologo, farmacista, igienista epidemiologo, l’infettivologa dottoressa Erika Gianelli – e si dedica a promuovere la consapevolezza di un utilizzo ottimale, ragionevole e mirato degli antibiotici. Inclusi la scelta del farmaco appropriato per il tipo di infezione, il suo dosaggio, la modalità di somministrazione e la durata. Perché gli antibiotici sono farmaci salvavita e la loro efficacia deve essere preservata”.
Commenta la dottoressa Roberta Tagliasacchi, direttore medico del presidio ospedaliero di Saronno:
"Nell'attività ordinaria delle unità operative di Saronno è già prevista da tutti i medici l'attenzione alla gestione della corretta terapia antibiotica, ma questo team multidisciplinare può elaborare ulteriori elementi in termini prospettici utili a migliorare i criteri delle scelte che gli stessi medici devono adottare nei confronti di ogni malato e della sua malattia. Non a caso questo progetto si inserisce nel Piano di rinnovo dell'ospedale di Saronno orientato a rivolgere uno sguardo anche alla innovazione e alla ricerca scientifica".
Gli antibiotici e la storia della medicina
Spiegano in una nota dal presidio di piazzale Borella:
"Gli antibiotici hanno cambiato la storia della medicina: a partire dalla diffusione in Italia della penicillina negli anni ’40 del Novecento, la cui introduzione è dovuta alle truppe americane. Ad un certo punto della storia a Milano si moriva di polmonite e a Napoli no, mentre le truppe risalivano l’Italia.
Secondo quanto riportato dall’ISTAT, nel 1943 le infezioni del tratto respiratorio (influenza, bronchite, polmonite) uccidevano 54 bambini sotto i 5 anni di età ogni 1000; a partire dai primi anni Sessanta (1961), grazie ai benefici degli antibiotici si è scesi a 10.9 bambini ogni 1000. Stesso discorso per quanto riguarda le infezioni intestinali (tifo, colite, appendicite). Dagli anni 2000, infine, la mortalità è scesa praticamente a zero.
Dalla scoperta della penicillina negli anni ’30, molti antibiotici sono stati messi in commercio e la loro indiscussa efficacia ha portato ad un utilizzo massivo e purtroppo spesso improprio, soprattutto - ma non solo - in ambito extraospedaliero, retaggio di un’epoca di morte ancora troppo recente.
Questo comportamento ha provocato però la nascita dei cosiddetti superbatteri, più comunemente conosciuti come batteri killer. Questi batteri hanno la capacità di resistere alla terapia antibiotica e sono spesso causa di insuccesso terapeutico e di morte del paziente.
La diffusione di questi batteri è estremamente veloce e si stima che entro il 2050 i batteri super resistenti saranno la prima causa di morte al mondo, prima ancora di ICTUS e infarto.
Sembrerebbe, quindi, di essere tornati nel passato, vista la difficoltà di risposta alle infezioni anche considerando che la scoperta di nuovi antibiotici non è facile, ma richiede tempo e risorse.
Perché si generano questi super batteri? La causa principale è proprio l’uso sbagliato degli antibiotici.
L’utilizzo improprio per curare ad esempio influenza e raffreddore (che essendo provocate da virus non hanno peraltro suscettibilità agli antibiotici), oppure il dosaggio sbagliato o la durata scorretta della terapia. Senza dimenticare il fai da te.
Purtroppo, l’Italia è il Paese europeo che ha la maglia nera delle prescrizioni non necessarie e di conseguenza un numero molto alto di batterio super resistenti.
Il 65% di questi batteri viene acquisito nei nostri ospedali mettendo a rischio i pazienti più fragili (anziani, oncologici, dializzati, diabetici o affetti da malattie croniche di cuore, polmone o sistema nervoso). Anche gli interventi chirurgici vengono messi a rischio. Si pensi soltanto che il rischio di morte a causa di questi batteri va dal 30 al 70%.
Il problema dell’antibiotico resistenza è una preoccupazione a livello mondiale, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha istituito la Settimana Mondiale della Consapevolezza dell’Antibiotico Resistenza (che si celebra ogni anno nel mese di novembre) e la Giornata Mondiale del Lavaggio delle Mani (che ricorre il 5 maggio). Molte infezioni si potrebbero evitare con l’accurato lavaggio delle mani e la recente epidemia di Covid ce lo ha insegnato".