Famiglia di Sinti

Il Comune non aveva il diritto di sfrattarli: tornati nella loro casa

Dopo una battaglia legale di tre anni. Nel frattempo, ironia della sorte, il Municipio aveva trasformato il villino nel "Campus della legalità", che ora risulta abusivo...

Il Comune non aveva il diritto di sfrattarli: tornati nella loro casa
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Incredibile ribaltone: a una famiglia sgomberata dal Comune viene riconosciuto il diritto di tornare nella sua abitazione. Ma non solo, è stato infatti stabilito che la successiva "occupazione" dell'immobile da parte dell'Amministrazione comunale è da considerarsi illegittima.

Insomma il Comune accusato di occupazione abusiva e gli sfrattati invece riabilitati.

Secondo i giudici del Consiglio di Stato, in linea con il Tar, la famiglia sinti dei Reinard era stata "illegittimamente sgomberata" tre anni fa, nel marzo 2018. E' stato quindi intimato al Comune milanese di Trezzo sull’Adda di restituire l'immobile al nucleo familiare, come racconta Prima la Martesana.

Famiglia sinti torna nella casa da cui era stata sgomberata

I Reinard, nella giornata di venerdì 7 maggio 2021, sono stati accompagnati da una pattuglia di agenti della Polizia Locale, che ha riconsegnato loro le chiavi dell’immobile da cui erano stati sgomberati tre anni fa. Successivamente, il grande mazzo di chiavi è stato affidato nelle mani di Barbara Reinard (nella foto sotto) che si è lasciata scappare una lacrima di commozione. E’ stato infatti quello il momento ufficiale in cui la famiglia, nel 2018 sgomberata dall'abitazione da un intero battaglione dei Carabinieri in tenuta antisommossa, è potuta rientrare nella sua proprietà privata.

Campus della legalità "illegittimo"

La loro casa nel frattempo era radicalmente cambiata. Il villino dove vivevano Maurizio Reinard insieme alla moglie Barbara e ai tre figli minorenni è stato infatti nel frattempo trasformato dal Municipio nel Campus della legalità, sede della Foxpol, associazione che si occupa di attività formative per operatori di Polizia locale.

Il giardino, che una volta aveva un prato con l’erba tagliata a raso e diversi alberi da frutto, è stato lasciato letteralmente andare nell’incuria, invaso da erbacce e piante infestanti.

Il legale della famiglia chiarisce che il Campus della legalità, voluto dall'amministrazione di Trezzo, secondo la sentenza, risulta illegittimo:

"E' il Municipio ad avere occupato, senza averne diritto, una proprietà privata".

“Qualcuno pagherà per tutto questo”

Ma la vicenda non pare affatto conclusa. Oltre alla riconsegna delle chiavi i tecnici del Comune nella stessa mattinata hanno consegnato direttamente nelle mani del legale della famiglia Reinard una nuova notifica che di fatto fa ripartire da capo la procedura che segnala la presenza di presunti abusi edilizi nel terreno di proprietà dei Reinard.

Ma il legale, che finora aveva giocato sulla difensiva ai tavoli del Tribunale amministrativo regionale ora è pronto a passare al contrattacco:

“Questi presunti abusi sono ancora tutti da verificare. In secondo luogo, ricordo che a oggi l’unico ad aver occupato per 38 mesi questi immobili è stato il Comune. Terzo, in questi giorni faremo ispezionare le case e gli esterni della proprietà privata dei miei clienti per verificare i danni causati in questi anni. Qualcuno pagherà per tutto questo. E siamo soltanto all’inizio”.

Il Municipio, infatti, non intende arrendersi e si dice sorpreso da una sentenza che avrebbe optato per un "orientamento più di carattere formale che sostanziale: quegli immobili rimangono illegali", ribadiscono dal Palazzo.

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